La recensione del film Killer in viaggio

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KILLER IN VIAGGIO - RECENSIONE

Killer in viaggio recensione
Recensione

di Francesca Cantore
[Killer in viaggio recensione] - Una coppia di neo fidanzatini in procinto di approdare ai quaranta, Tina e Chris, intraprende un viaggio in caravan per le Midlands Orientali. Come maldestramente suggerisce il titolo italiano (Killer in viaggio contro il più generico Sightseer originale), lo straordinario paesaggio inglese farà da sfondo, silenzioso e complice, a una serie di omicidi violenti e dai moventi inconsistenti. Un turista maleducato, mortalmente colpevole di essere un inquinatore compulsivo, un disseminatore pericoloso e incallito di rifiuti, viene brutalmente investito. Poco più avanti, un ignaro campeggiatore, con il suo ultimo modello di camper, la sua famiglia perfetta con tanto di cane salutista, commette l'errore di rivelare a Chris di essere al suo terzo romanzo (mentre Chris stenta ancora a iniziare il primo!). Per punizione è preso a sassate mentre in sottofondo i Vanilla Fudge raggiungono l'apice della loro Season of Witch e un gruppo di sciamani sgozza una gallina, in un frenetico ed esilarante gioco di immagini. Rapiscono il cane, impassibili montano in macchina e vanno via, lasciandosi alle spalle una scia di sangue. Iniziatore di questo tour della morte è Chris, Tina la sua allieva migliore. Da un certo punto in poi, infatti, la donna che era sempre rimasta a guardare, diventa parte attiva del duo criminale e lo diventa per amore di Chris, credendo, in questo modo, di piacergli di più. Ma inaspettatamente, proprio quando la donna esce dallo stato di passività connivente in cui si trovava dall'inizio e finalmente agisce, Chris ne prende le distanze, quasi come se nei propri omicidi vedesse una qualche legittimità di fondo, inesistente invece in quelli della compagna. In realtà, senza troppo stare a scandagliare due caratteri di per sé inanalizzabili come questi, basterà dire che tutte le loro azioni sono animate da un sotteso nonsense più legato a problemi di psicolabilità che a un profondo amore reciproco (come ben si vedrà nel finale). La cosa incredibile è che sui luoghi del delitto non si muove mai una foglia, mai un passante, mai una macchina. La fanno sempre franca, tanto che uccidere sembra facilissimo! Spogliato di quanto di macabro e splatter possiede, la pellicola richiama da vicino American Life di Sam Mendes del 2006. Anche qui il filo conduttore che spinge la vicenda è il tema del viaggio (per gli Stati Uniti in questo caso) e ancora una volta protagonista è una coppia d'innamorati. Burt e Verona, due genuini trentenni in attesa del loro primo figlio, si lanciano in un viaggio alla ricerca del posto in cui metter radici. Chris e Tina, pur agli antipodi, possiedono della coppia mendesiana un'innata vocazione a suscitar simpatia, per il loro buffo modo di amarsi, quasi maldestro e per il fatto di essere un po' bruttini, così lontani dalla stereotipata coppia hollywoodiana (per fortuna). (La recensione del film "Killer in viaggio" è di Francesca Cantore)
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