La recensione del film Jurassic World Il Regno distrutto

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JURASSIC WORLD - IL REGNO DISTRUTTO - RECENSIONE

Jurassic World Il Regno distrutto recensione
Recensione

di M. Nottoli
[Jurassic World Il Regno distrutto recensione] - Quelli di Jurassic Park devono essere sull'orlo della disperazione. Provateci voi del resto a sfornare 5 film, con un sesto già annunciato, con solo un pugno di ingredienti, sempre gli stessi, a disposizione. E' come un cuoco che deve inventare piatti sempre nuovi e ogni qualvolta apra il frigo trova sempre quei quattro avanzi. Una lattuga, una fetta di taleggio, uova, uno spicchio di aglio. Quelli di Jurassic Park (o Jurassic World che dir si voglia) aprono il frigo e trovano: dinosauri, clonazione, avidità umana, t-rex. Sull'orlo appunto della disperazione stavolta sospettiamo che abbiano tirato a caso, gettato gli ingredienti per aria. Avete presente quel gioco che si faceva da bambini quando si prendeva un foglio e sulla parte in alto si scriveva un nome? Poi si piegava e lo lo si passava al compagno, dopo di che bisognava scrivere cosa faceva, si piegava e si passava? E poi dove e poi con chi e così via fintanto che alla fine si leggeva cosa era venuto fuori? Ecco, la sceneggiatura di Jurassic World: il regno distrutto ventiliamo l'abbiano scritta così. Non ci sarebbero molte altre spiegazioni altrimenti di fronte ad un vero e insistito teatro dadaista. Gli sceneggiatori si sono passati un foglio, ognuno ha scritto una cosa a caso e alla fine si sono ritrovati per la mani una roba tipo: "Tobey Jones batte all'asta un triceratopo a casa di un vecchio miliardario rincoglionito". A quel punto non si sono più tirati indietro. E non è che uno degli innumerevoli nonsense che costellano questo quinto capitolo nel quale, forse per cercare una ventata di aria nuova, hanno coinvolto un occhio vergine in fatto di dinosauri come J.A. Bayona, uno che se la cava bene con gli tsunami ma che con i dinosauri non aveva mai avuto a che fare. Tutto inutile. Forse gli sceneggiatori c'hanno preso gusto e hanno ripetuto il gioco più volte ottenendo una serie di sottotrame che bastava poi intersecare alla bene e meglio. Un' altra manche del gioco probabilmente ha dato come risultato: un cattivone, all'insaputa di James Cromwell, clona un dinosauro nello scantinato di James Cromwell. O ancora: Chris Pratt è il solo capace di rintracciare un velociraptor anche se il velociraptor ha un localizzatore. O ancora: un dinosauro entra nella cameretta di una bambina aprendo la finestra con la maniglia. Invenzioni narrative talmente surreali che sarebbero piaciute molto a Marcel Duchamp tanto che chi le ha elaborate o è un genio, allora però dovevano dircelo che stavamo guardando il remake 2.0 di Un chien andalou e non il bollito blockbuster pre-estivo che per quanto brutto qualche spettatore lo acchiappa considerata la penuria dell'offerta, oppure un branco di poveracci alla canna del gas che non sanno più dove sbattere la testa. Il sesto capitolo è alle porte dopo di che diciamo basta: lo chiediamo più per loro che per noi. (La recensione del film "Jurassic World Il Regno distrutto" è di Mirko Nottoli)
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