La recensione del film Juliet Naked

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JULIET, NAKED - RECENSIONE

Juliet Naked recensione
Recensione

di M. Marescalco
[Juliet Naked recensione] - Come il Re, anche Juliet è nuda. Cosa accade quando crolla un proprio mito? È uno degli interrogativi che si pone Juliet, Naked, il bel film di Jesse Peretz che è stato presentato in anteprima all'ultima edizione del Torino Film Festival. Juliet, Naked è tratto da un romanzo di Nick Hornby e rappresenta la perfetta sintesi tra british humor e commedia americana (in cabina di produzione c'è Judd Apatow, uno degli ultimi alfieri della tradizione comica d'oltre Atlantico). Al centro del film c'è Tucker Crowe, un cantante di rock alternativo che andava forte nei club durante gli anni '90 ma che, improvvisamente, è scomparso e ha fatto perdere le sue tracce. La sparizione di Tucker dai radar ha alimentato la nascita di un blog frequentato da pochi ma agguerriti fan. Alla loro testa c'è Duncan, un professore universitario di media studies che crede di sapere tutto sul cantante e si erge a massimo interprete dei suoi testi. Duncan convive con Annie, una donna ormai insoddisfatta da diverso tempo ma che sembra non avere la forza ed il coraggio per cambiare vita. Quando Annie entra casualmente in contatto con Tucker, le cose prenderanno una svolta decisamente inaspettata. Insomma, il film di Jesse Peretz racconta diverse storie di cadute. E quando a precipitare è il Re, il rumore è particolarmente forte. Alla base del romanzo di Hornby e di Juliet, Naked vi sono due figure speculari di uomini: uno è artista e l'altro è un suo fan. Il primo, a cui presta il proprio volto uno stropicciato Ethan Hawke (sempre clamorosamente in parte ed in grado di migliorare con l'età), affoga nell'autocommiserazione e proviene da due decenni in cui si è nascosto dal mondo. Il suo crac-up coincide con una delusione d'amore e costringe l'artista ad un esilio dalla vita. Il secondo è il suo fan più accanito che crolla su sé stesso non appena si renderà conto che conoscere il Tucker Crowe artista non basta per conoscere il Tucker Crowe uomo ma che sarà in grado di pronunciare una serie di battute centrali sulla percezione della creazione artistica da parte del pubblico. Tra loro, si colloca Annie, che sembra uno dei migliori parti della mente di Judd Apatow, una donna in grado di rinascere nell'istante in cui manifesta il proprio senso (auto-)critico. Juliet, Naked non sfigurerebbe affatto come sequel ideale di Giovani, carini e disoccupati di Ben Stiller. Troy è diventato adulto ed è andato incontro alla fine delle sue ambizioni artistiche. Il film di Peretz non può assurgere al ruolo di manifesto generazionale ma si può affermare, senza dubbio, come un instant cult di buonissima riuscita. La rom-com prodotta da Apatow costruisce un perfetto ritratto dell'artista fallito e chiuso in sé stesso e riesce a riscaldare lo spettatore attraverso i suoi personaggi, imperfetti e proprio per questo motivo così umani e vicini a noi. Ethan Hawke regala, ancora una volta, un'interpretazione ricca di sfumature che andrà ad impreziosire ulteriormente la sua già ricca galleria di personaggi indie. Juliet, Naked riesce nel piccolo miracolo di sviluppare diverse linee narrative nello stesso film senza gettarne alle ortiche nessuna. Ed è davvero raro che un film di un'ora e mezza riesca a costruire un racconto agrodolce e leggero del genere senza infrangere le promesse fatte. (La recensione del film "Juliet Naked" è di Matteo Marescalco)
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