La recensione del film John Wick 3

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JOHN WICK 3 - RECENSIONE

John Wick 3 recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[John Wick 3 recensione] - Non c'è un attimo di tregua per John Wick. Avendo alla fine del secondo capitolo ucciso Santino Scamarcio dentro al Continental, ovvero in una zona franca, il sindacato assassini emette immediatamente un dispaccio contro di lui. Il messaggio suona come una sentenza: SCOMUNICATO. Da mezz'ora da adesso la caccia è aperta, sulla testa di John Wick pende una taglia da 15 milioni di dollari. Lo avevamo lasciato in fuga e lo ritroviamo quindi in fuga, da un nemico sempre più grande e invisibile. Da ora in avanti John Wick non avrà più amici, più luoghi sicuri in cui rifugiarsi, nessuno che gli possa dare una mano. Solo contro tutti. Almeno apparentemente. John Wick 3 Parabellum parte forte e veloce come uno sparo gettandoti immediatamente nella mischia senza darti il tempo di respirare, riflettere, prendere fiato. Lo abbiamo già detto: in un film action è sempre più difficile vedere qualcosa che riesca ancora a sorprendere ma il primo combattimento con i coltelli, dentro uno spazio ristretto, con quattro o cinque uomini, lame che sibilano da una parte all'altra e senza risparmiare fiotti di sangue e crani fracassati, quasi ci riesce. Lo stesso dicasi per lo scontro a Casablanca dove, nonostante sia evidente l'intervento del digitale (come in quasi tutte le sequenza del resto), i due cani lupo oscurano qualsiasi altro combattente. Diretto, come i primi due episodi, da Chad Stahelsky, John Wick 3 Parabellum arriva là dove gli altri due non avevano osato: più violento, più ironico, più estremo, più spudorato, più cazzone, più inverosimile. In una sola parola: migliore. Poi, ovvio, alla lunga il gioco mostra la corda e dopo due ore e 10 di pistolettate, spadate e mazzate pressoché continue, dopo ettolitri di sangue versato e miriagrammi di ossa spezzate, si arriva alla fine francamente sazi. Almeno fino al nuovo sequel, già in preparazione, perché non è ancora tempo per John Wick di mettersi a riposo. Divenuta inaspettatamente saga di culto, non ci sarebbe John Wick se non ci fosse Keanu Reeves, con capello, barba e completo nero d'ordinanza, al quale va riconosciuto, nonostante gli evidenti limiti attoriali, la capacità di saper pescare il jolly sempre nel momento più opportuno, di saper scegliere, periodicamente, nel momento esatto in cui la sua carriera sembrare imboccare definitivamente il viale del tramonto, il ruolo che lo riporta in auge, intuendo le potenzialità di personaggi, da Johnny Utah a Neo a John Wick, destinati a diventare iconici. (La recensione del film "John Wick 3" è di Mirko NOttoli)
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