di R. Baldassarre
[
John Wick 2 recensione] - Quando apparve sui maxi schermi, e incominciò a incassare, il "B-Movie" John Wick si palesò non solamente come semplice "Revenge Movie", ma si trasformò in una vendetta anche attoriale, cioè quella di Keanu Reeves che tornava al successo con tutta la sua forza. Stella da molti anni appannata, con diversi film massacrati dalla critica e impallinati anche ai botteghini, il martoriato Reeves risorgeva e si vendicava. John Wick fu una piacevole sorpresa, con un'escalation di violenza fatta di scene d'azione ben coreografate, funzionali dosi di umorismo (le solite battute pronte dei personaggi) e comprimari, buoni e/o cattivi, ben cesellati. Il già visto e l'usuale iperbole che ammanta questo genere di pellicole erano accettabili, e la storia poteva benissimo chiudersi così, e creare un piccolo cult. Ma gli ottimi risultati hanno spinto produttori e regista (e attore) a rilanciare, a sparare ancora e maggiormente. John Wick – Capitolo 2 delinea subito già dal titolo le future intenzioni cine-industriali riservate a questo personaggio e al "suo" mondo. Addentrandosi poi nella visione di questa seconda avventura, si nota che si dissemina la storia di spunti utili per capitoli successivi, e apparizioni di personaggi che potrebbero fare una o più rentrée negli episodi seguenti. Una pianificazione narrativa – ed economica – che potrebbe prendere la forma di un grande e sfaccettato universo, probabilmente come quello gigantesco creato dalla Marvel. E se ci atteniamo a questa visione, si potrebbe dire che se John Wick fu il Pilot, John Wick – Capitolo 2 è la base per le avventure successive, un grosso e concreto abbozzo per la mappatura e la ramificazione (personaggi secondari che potrebbero divenire a loro volta protagonisti) di un ipotetico "Universo Wick". Sceneggiato nuovamente da Derek Kolstad, questo numero due ha nelle intenzioni quello di articolare maggiormente tanto le scene d'azioni quanto lo spessore psicologico dei personaggi, ma questo proposito si rivela più un semplice ingrossamento della vicenda o, per meglio dire, delle diverse vicende che si susseguono. La maggiore durata certifica questo "ingrassamento", sicuramente sbalorditivo (scene action impeccabili) ma anche, alla fine, tedioso e ripetitivo. C'è un continuo rilancio a sbalordire lo spettatore, attraverso scontri di arti marziali sempre più coreografati, infinite sparatorie e, nuovamente, tramite quell'umorismo nero atto a colorare alcune scene, che siano di semplice dialogo o di motteggio durante la lotta. Quest'ultimo elemento, cioè l'humour, però spesso sembra posticcio, meno "spontaneo" del precedente. Una delle poche scene briose (molto) ricercate nella costruzione che funziona perfettamente, è quella nel bar dell'Hotel Continental di Roma, in cui Wick e Cassius, interrotti nel loro coriaceo scontro, disquisiscono come nemici/amici sorseggiando un drink. E questa scena risulta anche essere la migliore tra quelle ambientate nella Capitale. L'inusuale location scelta per collocare gran parte della seconda avventura non si discosta da noti scorci turistici, e ci si domanda quanto (al momento) era necessario questo dislocamento europeo (Parigi, Berlino o Venezia no?) nella città eterna. L'idea di metropoli erta di storie di violenze secolari, di centro d'incontro tra killer e assassini non viene sviluppata e (sempre al momento) lasciata lì, e si trasforma in una scenografia tipo quella dei videogame Street Fighter. Cioè: stupiamo anche con questo lo spettatore. Sempre restando su questo aspetto, di Roma e il suo fascino segreto, nell'assistere all'entrata di John Wick nelle Terme di Caracalla, passando per antichi e nascosti cunicoli romani, torna alla mente il recente Zoolander 2, anch'esso gran parte ambientato a Roma e con una scena simile. E, in aggiunta, mentre Wick si trova nella sfarzosa e pacchiana festa in omaggio all'incoronazione di Gianna, si ha quasi il dubbio (o probabilmente la tentazione) che sbuchino improvvisamente i personaggi di Derek e Hansel. Questa particolare scelta di ambientare gran parte della vicenda a Roma, soprattutto l'idea di una città segreta, che nasconde nelle sue pieghe un mondo sotterraneo canagliesco, fa tornare alla mente anche il dimenticato e sfortunato Hudson Hawks – Il mago del furto di Michael Lehmann e con Bruce Willis. Era una commedia, con qualche scena d'azione e inframmezzata da momenti di romanticismo, Old Style. Déjà vu cinefili sicuramente non voluti, ma certamente l'inseguimento finale di Wick per uccidere Santino, nei sotterranei nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna, è un omaggio enfatizzato del pre-finale di La signora si Shanghai di Orson Welles. Per il resto… i nostrani Riccardo Scamarcio e Claudia Gerini se la cavano, ma se Scamarcio deve recitare i panni di un mafioso fitto di cliché, la Gerini (che regala un full frotal) è, alla fine, completamente inutile.
(La recensione del film "
John Wick 2" è di
Roberto Baldassarre)
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