La recensione del film Janis

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JANIS - RECENSIONE

Janis recensione
Recensione

di Luisa Pagani
[Janis recensione] - Un biopic che mostra gradatamente, districandosi attraverso le varie sfaccettature della cantante, la sua identità. Visse anni travagliati al liceo, dove era soggetto di prese in giro e scherzi riguardo i suoi lineamenti e fattezze poco femminili, mentre lei avrebbe voluto assomigliare alle modelle che posavano per le copertine dei magazines. Si iscrisse ad un coro dal quale però fu espulsa poiché non riusciva ad adattarsi alle indicazioni che riceveva. Questa solitudine in cui queste vicende la portarono furono la linfa dei suoi testi e l'anima del suo timbro di voce nel blues rock. Un trasporto profondo e unico che faceva di lei una cantante senza eguali. Non pochi quelli che quando la sentivano cantare si stupivano non fosse una cantante di colore, per l'energia della sua voce. Grazie al film si scoprono lati di Janis che spiegano molto riguardo alla potenza e al trasporto che comunicava con la sua voce. Sebbene non fosse depressa ma fosse sempre costantemente alla ricerca di sensazioni che la stimolassero, iniziò con la droga. Quell'incolmabile necessità di affetto la portò a cercare di limitarla attraverso queste sostanze. Morì di overdose, anche se inaspettatamente poiché sembrava essersene allontanata. Un ritratto che ci fa conoscere quasi come l'avessimo realmente potuta incontrare, quell'eterna bambina che è stata. Alcune interviste montate assieme a splendide immagini in cui dall'età più fragile, avanza all'età adulta in cui in parte comunque, si è sentita appagata. A renderla unica quella voce in cui si esprimeva chiedendo di essere sempre e costantemente oggetto di attenzioni e apprezzamenti. Quello che la faceva stare bene era l'essere ben voluta e ben trattata, al contrario di come avvenne durante la sua adolescenza. Quasi completamente in bianco e nero il materiale fruibile grazie al biopic "Janis" ad eccezione di qualche altrettanto splendida immagine a colori in cui la sua esplosività si esprime al meglio anche grazie allo stile talvolta stravagante con cui si agghindava. Certo non era una classica modella da copertina, ma in quella stravaganza c'era assolutamente qualcosa a che fare con lo stile che quando è presente è semplicemente senza tempo. (La recensione del film "Janis" è di Luisa Pagani)
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