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Iron Man 3 recensione] - Nella cospicua infornata di supereroi che sta caratterizzando questa ultima decade cinematografica ad Iron Man spetta senza dubbio un gradino sul podio. Merito soprattutto di un personaggio impagabile come Tony Stark e di un interprete altrettanto impagabile come Robert Downey Jr. che ha saputo incarnarlo come meglio non si sarebbe potuto, creando con il geniale dongiovanni e strafottente multimiliardario robotizzato, una sorta di alter ego magnificamente tagliato su se stesso. Merito però anche di una sceneggiatura che intelligentemente si imperniava sui punti di forza del protagonista rendendolo il motore unico di una vicenda che, a sua immagine e somiglianza, ben miscelava action, humor e pathos in parti pressochè uguali. Giunti al cruciale traguardo del terzo episodio (quarto, se si considera The Avengers) qualcosa dell'oliato meccanismo però si inceppa, vuoi per l'avvicendamento avvenuto in cabina di regia (l'incolore Shane Black al posto di Jon Favreau), vuoi perché rinnovare nemici degni di tal nome si fa impresa sempre più improba finendo poi col rintanarsi nella comoda soluzione del villain che non fa che riprodurre in chiave malvagia un doppione dell'eroe buono, che persegue obiettivi opposti ma che opera essenzialmente sullo stesso terreno di scontro. Dilemma che già si evidenziava nei precedenti episodi ma mentre là intervenivano altre componenti a sostenere ed arricchire una trama che si dispiegava non solo in funzione dello scontro finale, in Iron Man 3 invece Shane Black pare voler esaurire il suo compito confezionando un high concept movie, zeppo di azione ed effetti speciali a discapito dell'elemento narrativo. Purtroppo per lui l'azione non basta a se stessa, imprimere velocità agli eventi, far esplodere tutto quanto può esplodere, demolire tutto quanto può essere demolito, passare da una location all'altra in un batter d'occhio non serve ai fini dello spettacolo. Ogni scena per funzionare ha bisogno di una preparazione, di un'attesa, un culmine e una risoluzione. Può durare due ore o 5 minuti ma da qui non si scappa. Solo la sequenza dell'aereo e del salvataggio in volo dei suoi passeggeri sembra obbedire a questo semplice schema e non sarà un caso se è una delle più efficaci dell'intera pellicola. Un po' Terminator, un po' McGiver, un po' Geeg Robot d'acciaio, il film di Black contravviene in più di un'occasione anche ad un'altra regola tanto semplice quanto basilare: quella della verosimiglianza, regola che avevano ben presente i due predecessori che sapevano– grazie ad un uso sapiente e non schizofrenico degli effetti visivi – come rendere credibili eventi straordinari. Qui invece per troppe volte le leggi della fisica vengono bypassate come se non esistessero e con la stessa faciloneria vengono trattati snodi narrativi tanto repentini quanto farraginosi, caratteri e rapporti interpersonali, questioni aperte e lasciate insolute. Il finale è ambiguo ma la voce over ci rassicura che Tony Stark tornerà. Ce ne rallegriamo. Speriamo solo che per allora si sia rimesso in sesto e abbia almeno superato quelle ridicole crisi di panico perchè l'eroe tormentato va bene ma non tutti sono Christopher Nolan.
(La recensione del film "
Iron Man 3" è di
Mirko Nottoli)
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