La recensione del film Ira

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IRA - RECENSIONE

Ira recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Ira recensione] - La notte assorbe il buio nel silenzio rumoroso di una città sonnolenta. Una giovane ragazza, occhi chiari, piercing al naso, è in attesa del cliente di turno. Il suo protettore la sorprende al telefono mentre aspetta sulla strada che arrivi il lavoro e la scuote a male parole. Un ragazzo, dalla corporatura massiccia, capelli lunghi e ricci legati in una coda, lavora ai mercati generali. Una sera, mentre percorre in macchina le strade della città nella notte, vede la ragazza e la fa salire sulla sua macchina. Fanno sesso. Ma non si limitano solo a quello, parlano, sorridono, ridono, si rivedono ed alla fine si conoscono. Diretto da Mauro Russo Rouge, "Ira", a detta del regista è stata una vera e propria impresa in cui lui ha creduto fermamente, e, visto il risultato, ne aveva ben donde. "Ira" non ha una sceneggiatura perché nasce come idea senza idea. Tutto quello che si vede nel film è successo veramente. Russo Rouge ha iniziato a seguire i due protagonisti prima singolarmente, poi insieme. Il film sorprende proprio per questo, per la mancanza di un plot, di un'idea concreta iniziale. Alla fine tutto si materializza in un cinema chiaro che cerca di captare le inquietudini e le brutture del mondo contemporaneo, costruendo man mano una struttura formale, attraverso una composizione ritmica e figurativa estremamente complessa. Russo Rouge adotta la tecnica del pedinamento tanto cara ai fratelli Dardenne. Riprende i due protagonisti mentre camminano nella notte, di spalle, a mezzo viso, le bocche, li scruta nei volti e riesce a rappresentare quell'eloquenza silenziosa che senza agire, agisce, comunica sia la percezione di sé che le attenzioni verso gli altri. Praticamente ai due ragazzi, nell'articolarsi di inquadrature fuggenti riprese con la mdp a spalla, il cineasta riesce a restituire la dignità di persone che si cercano e si vogliono e che decidono di cambiare. La tensione man mano cresce e diventa palpabile in modo deciso con una considerevole intensità visiva ed anche inquietante drammaticità. "Ira" alla fine si delinea per la bravura del regista che si distingue per un montaggio straordinario, ed anche degli attori assolutamente non professionisti. Un film provocatorio, percorso da una forza dissacratoria estremamente coinvolgente, in cui la domanda che ci poniamo noi spettatori, è: cosa bisogna fare per riacquistare la propria dignitosa libertà quando si è data in pasto ad avvoltoi, acconsentire ed accettare anche il coinvolgimento di un complice? Silvia Cuccu è stata premiata come Miglior Attrice al film Festival di Rieti e Sabina 2018. (La recensione del film "Ira" è di Rosalinda Gaudiano)
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