IO E ANNIE di Woody Allen
di Dario Bevilacqua
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi CAPOLAVORI del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per capire se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno presi in esame solo opere che all'epoca venivano considerati CAPOLAVORI per capire, analizzando il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere, circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali o, ETERNI anche OGGI e DOMANI.
Alvy Singer (Allen, brillante, divertente e saggiamente caustico, in uno dei suoi personaggi più auto-referenziali), comico che lavora a New York, s'innamora, ricambiato, di Annie Hall (Keaton, splendida: radiosa ed incantevole, ingenua e determinata: in coppia con Allen è perfetta). Dopo l'entusiasmo dei primi tempi qualcosa s'inceppa e la coppia si separa, ma, forse, non definitivamente. Geniale commedia (o rivisitazione in chiave comica della tragedia dell'incomunicabilita' tra i sessi) sull'amore e sulle sue innumerevoli idiosincrasie. Su tutti gli uomini e tutte le donne: destinati ad inseguirsi per sempre, senza trovarsi mai, senza capire il senso e senza poter scoprire la soluzione del mistero dell'attrazione reciproca. Allen dipinge l'amore - per meglio dire, con Stendhal, l'"amore-passione" - che nasce, tocca un apice e poi muore, per rimanere eterno. E lo fa con la consueta arguzia, senza risparmiare frecciate alla California e a Hollywood ("amo Antonioni, Bergman, Mahler e Wagner, come potrei amare la California?"), ai costumi americani e alla stupidità delle mode, nonché a se stesso, vittima di un'autoironica derisione dell'ebreo intellettuale e di sinistra che non riesce ad accettare le imperfezioni della donna di cui è innamorato, così come non accetta lo spirito rilassato dei californiani. Egli, ma non solo lui, è solo come Manhattan: è un'isola frenetica e nevrotica incapace di legarsi al mondo. Splendide alcune battute, ma anche le massime sulle relazioni sentimentali, come quella sullo squalo/rapporto che deve sempre muoversi in avanti per non morire e che richiama, come c'era da aspettarsi, ancora Stendhal: "si sa che l'amore sempre cresce o diminuisce". Il film, tuttavia, non ha solo un'anima caustica e ironica, ma possiede altresì un afflato romantico e sentimentale, con cui è facile identificarsi: la scena delle aragoste - per quanto buffa - esemplifica al meglio il brio e la vivacità delle relazioni sentimentali. Premiato con l'oscar (che Allen non è andato a rititrare) per miglior film nel 1977. Camei per Shelley Duvall, Paul Simon, Jeff Goldbum e Cristopher Walken. Il film, infine, è dedicato proprio a Diane Keaton (allora compagna del regista), il cui vero cognome è, come nel titolo originale, Hall. La passione e la spontaneita' che permeano "Io e Annie" e il suo stile immediato, semplice e asciutto, combinati con un plot geniale ed interpreti formidabili lo rendono un film indimenticabile, un capolavoro. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.