di R. Gaudiano
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Interstellar recensione] - La terra è in via d'estinzione. Tempeste di sabbia e piaghe che colpiscono le coltivazioni sono killer spietati per l'umanità destinata, tutta, a morte certa. La famiglia di Cooper (Matthew McConaughey), ex miglior pilota della NASA, vive in una grande fattoria al centro dell'America. Cooper, la figlia Murphy (detta Murph), suo figlio Tom, ed il suocero Donald (John Lithgow) si dedicano alla coltivazione del mais, come ormai tutta la popolazione della terra, per assicurarsi il cibo che scarseggia. In quella fattoria si avvertono strane presenze ed è soprattutto Murphy che percepisce segnali inspiegabili. E' proprio Murphy che porterà suo padre Cooper a piombare nella stazione segreta della NASA, e lì incontrare il professor Brand (Michael Caine) e la dottoressa Amelia (Anne Hathaway) figlia di Brand. Questi personaggi saranno gli artefici di un piano intergalattico, un viaggio interstellare alla ricerca di pianeti dove la popolazione della terra possa emigrare per evitare l'estinzione totale dell'intera umanità. Christopher Nolan questa volta vola alto. Struttura una storia fantasiosa, complessa e straordinariamente avvincente. "Interstellar" è il racconto di un mondo immaginario, ma con una forte illusione di realtà che prende corpo dal mettere al centro di tutto l'essenza umana, la sua forza di volontà e la capacità che l'uomo ha di garantirsi la sopravvivenza a tutti i costi, di amare e di odiare. Nolan, racconta un'umanità disperata, ma determinata a non estinguersi, in lotta contro un destino nefasto sulla terra. Il pilota Cooper e la scienziata Amelia Brand partono proiettati verso lo spazio, promettendo ai loro famigliari di fare ritorno sulla terra. Devono raggiungere un wormhole vicino Saturno per esplorare possibili nuovi mondi. L'avventura nello spazio l'abbiamo splendidamente vissuta con quel capolavoro d'arte cinematografica di Stanley Kubrick, che è "Odissea nello Spazio", con un sorprendente protagonista, il robot Hal 9000, espressione sapientemente articolata tra umanità e tecnologia. "Interstellar" ci fa rivivere l'avventura spaziale, ci conduce in quello spazio per noi immaginario, in cui i corpi non hanno gravità, dove il tempo assume una misura diversa, i buchi neri diventano tunnel da attraversare ad una velocità supersonica e la tecnologia, la più sofisticata e perfetta si presenta sotto forma di navicelle e basi spaziali. In tutto questo girovagare nello spazio, l'uomo è al centro di tutto il plot narrativo del film. L'uomo che ama, come papà Cooper, che riesce a collaborare in una zona pentadimensionale con la sua adorata Murphy. Attraverso la forza della coscienza e del pensiero, entrambi trovano la chiave del mistero, la salvezza per l'umanità intera. Allora la fantascienza si pone in secondo piano. Una straordinaria dimensione di (ir)realtà si concretizza in quell'aspetto del sentimento umano che non abbandona mai Cooper, sorretto da un amore profondo verso la sua famiglia, come quello di Amelia verso il padre, ed il legame simbiotico di Murphy con suo padre. Anche quando Cooper e la dottoressa Brand parlano di ipotetici "Loro" come i creatori del wormhole e responsabili delle anomalie gravitazionali, è chiaro che Nolan fa appello a forze che trascendono tempo e spazio, tra cui domina l'Amore. Situazioni umane ambigue, come quella del Dr. Mann (Matt Damon), e l'onestà incondizionata dei sentimenti di Cooper, riconducono ad una morale umana trionfante in cui è il bene che governa la perfezione nell'Universo intero. Nolan crea un autentico capolavoro cinematografico. "Interstellar" non è solo un film surreale. Anche nella sua illusione di una realtà altra, assume una forma stilistica di rappresentazione e percezione nuova, un simulacro, con una potenza forte nei valori strumentali ed espressivi, nei comportamenti sistemici e razionali ma anche emotivi, nei linguaggi verbali e corporali dei singoli attori, del gruppo e dell'intero scenario. Nolan trionfa forte nel messaggio positivo: il vecchio modello di vita è inservibile, l'uomo, intelligente, deve trovarne uno nuovo, per sopravvivere. Di grande impatto l'utilizzo dell'analogico e della pellicola da 70 mm. (recensione di
Rosalinda Gaudiano)
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*** 1/2] Se la Terra fosse in pericolo saresti disposto a rischiare la tua vita? Saresti disposto a mettere da parte i tuoi affetti? A considerare la seria possibilità che potresti non rivedere più la tua famiglia?
Il regista inglese Christopher Nolan cerca di rispondere a queste domande con l'uscita del suo nuovo attesissimo film "Interstellar".
"Questo mondo è una ricchezza ma ci sta dicendo di andarcene" così Cooper (Matthew McConaughey), un ex pilota collaudatore ed ingegnere adattato agricoltore, descrive la Terra in un futuro non molto lontano dal nostro.
Oramai il nostro pianeta non è più quel luogo rigoglioso che conoscevamo, le risorse agricole scarseggiano e l'uomo, presto o tardi, dovrà farne i conti.
Sarà il destino allora, a bussare alla porta di Cooper e affidargli la missione spaziale più importante: trovare un nuovo pianeta dove la vita sia possibile e renderlo, a tutti gli effetti, la nuova "casa" dell'intera umanità.
Il nostro sistema solare non ha corpi celesti adatti alla vita, così Cooper e la sua squadra dovranno intraprendere un viaggio nell'universo e affrontare ciò di cui ognuno ha più timore: l'ignoto.
Christopher Nolan, dopo averci abituato ai suoi ultimi grandi blockbuster ("Inception" e la trilogia del "Cavaliere Oscuro"), punta più in alto e cerca di scrollarsi definitivamente di dosso l'etichetta di regista amato dal grande pubblico ma costantemente bistrattato dall'Academy.
"Per me l'esplorazione dello spazio rappresenta l'estremo assoluto dell'esperienza umana" così ha affermato il regista riguardo al tema da lui affrontato nel film; basandosi sulle teorie del fisico teorico Kip Thorne riguardo la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un cunicolo spazio-temporale (wormhole), Nolan ha rappresentato lo spazio in modo estremamente realistico.
Ma l'ultima fatica del regista non è solo pura fantascienza, è anche il racconto di un amore di un padre verso la propria figlia attraverso gli anni.
Per ottenere il massimo sul piano emotivo, Nolan ha avuto a disposizione un cast eccezionale, tra cui spicca McConaughey e soprattutto un'ottima Jessica Chastain nel ruolo della figlia di Cooper diventata adulta.
La colonna sonora è affidata ad Hans Zimmer, alla quinta collaborazione con il regista inglese.
Girato in formato IMAX come è abitudine di Nolan, il film raggiunge la durata complessiva di quasi 3 ore.
Purtroppo il problema non è l'eccessiva durata, ma come effettivamente è stato impiegato il tempo a disposizione, infatti la sceneggiatura risulta nell'insieme non impeccabile (il ruolo affidato a Matt Damon non è funzionale alla storia) e occasionalmente confusa.
Qual è l'errore quindi? Nei suoi intenti, Christopher Nolan avrebbe voluto creare un'opera a sé stante che avrebbe potuto ridefinire il genere fantascientifico, ma vedendo il film, sono inevitabili certi rimandi a "Gravity" di Alfonso Cuaròn (le operazioni interspaziali) e "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick (il viaggio oltre l'infinito).
Uno dei grandi punti di forza di "Inception" (2010) fu l'originalitá che lo rese, a tutti gli effetti, un vero capolavoro, qui invece, Nolan arriva dove già era arrivato Cuaron un anno prima di lui, e soprattutto precedentemente ancora, Kubrick nel 1968.
Infatti l'opera di Kubrick è talmente antesignana ancora oggi, da poter definire "Interstellar" una moderna Odissea spaziale, o altresì meglio come una "2014: Odissea nello spazio".
All'epoca perfino l' illustre predecessore di "Interstellar" fu accolto in modo contrastante, chi lo elesse a capolavoro assoluto, chi lo denigrò aspramente, definendolo noioso e pretenzioso.
Solo il tempo saprà dirci se "Interstellar" sia quel capolavoro assoluto che si prefigge di essere o solamente un capolavoro imperfetto.
(recensione di
Federico Medea)
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