La recensione del film Insyriated

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INSYRIATED - RECENSIONE

Insyriated recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Insyriated recensione] - Una città della Siria sotto assedio. In un appartamento sono barricate delle persone: la padrona di casa, Oum Yazan (Hiam Abbass), con le sue due figlie ed un nipote, Delhani (Juliette Navis) la cameriera, il suocero e Halima (Diamand Abou Abboud), una vicina di casa con il suo bambino. Un microcosmo di un'umanità che delega alle quattro mura di un appartamento, con tanto di porta sprangata, la possibilità di sottrarsi ad un destino inesorabile che non risparmia chi vaga per le strade, ormai bersagli umani di tiri incrociati di maledetti cecchini. Da lontano e da vicino si odono colpi di arma da fuoco, esplosioni devastanti. La paura è la fedele compagna di questa gente inerme asserragliata nella casa, dove l'acqua scarseggia, il cibo è misurato e si aspetta il buio per poter uscire così da sfuggire ai colpi di cecchini appostati sui tetti. "Insyriated" diretto e sceneggiato da Philippe Van Leeuw, racconta l'anima di una guerra, quella siriana. Ma è un'anima universale quella della guerra, presente in tutte le guerre. La devastazione di esistenze, la paura, la fuga senza meta, la morte, il futuro che subisce una battuta d'arresto inesorabile. In quell'appartamento i volti hanno la maschera della paura, del terrore. Gli sciacalli vagano per le strade e derubano case e persone, stuprano donne, vendono bambini. Se non riescono ad entrare dalla porta della casa di Oum, entrano dalla finestra. La guerra annulla ogni forma di cultura, di rispetto, sedimentati nel tempo da secoli di educazione. Emergono gli istinti bestiali dell'uomo predatore, la cattiveria, la violenza. L'uomo abbandona ogni forma di civiltà sociale, perde ogni freno inibitorio e diventa rinnegato e rinnegatore, misero attore di uno scenario apocalittico. Philippe Van Leeuw racconta tutto questo, con uno stile asciutto ed essenziale, ma straordinariamente efficace ed incisivo. In quelle quattro mura il cineasta belga rappresenta l'anima umana nella guerra, braccata, prigioniera. Tutto il racconto si articola nell'arco temporale di 24 ore. In quell'appartamento non aleggia solo un' inesorabile paura per la consapevolezza che il mondo esterno è vietato, impossibile ed irraggiungibile. In quell'appartamento, si articolano tutti i sentimenti umani, anche l'egoismo più spietato che si veste della maschera della sopravvivenza a tutti i costi, nel silenzio vigliacco per aver salva ala vita, anche a spese di qualcuno che casualmente si trova destinato a diventare vittima sacrificale. Un film intenso, necessario, "Insyriated", vincitore del Premio del Pubblico alla 67 Mostra Internazionale del Cinema di Berlino, prospetta un quadro umano, una situazione, che assume soluzioni momento per momento, senza sicurezze alcune. Da non perdere! (La recensione del film "Insyriated" è di Rosalinda Gaudiano)
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