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In solitario recensione] - La Vendée Globe è una famosa gara di vela agonistica francese che inizia e termina a Les Sables-d'Olonne nella Vandea e che prevede la circumnavigazione del globo completamente in solitaria. Affascinati forse dalle condizioni psicologiche in cui vertono gli skipper di questa estenuante gara, i produttori del campione d'incassi "Quasi Amici" hanno affidato all'esordiente Christophe Offenstein la direzione del grande François Cluzet nel film "In solitario", nel ruolo dello skipper in seconda della DCNS Yann Karmadec che, un giorno, viene chiamato a sostituire l'amico Franck (Guillame Canet) alla conduzione della barca. Felice di aver finalmente ottenuto l'occasione della sua vita, Yann intraprende entusiasta la gara, ma dopo una sosta forzata alle isole Canarie per riparare un guasto al timone, l'uomo scopre la presenza di un passeggero "clandestino" a bordo della propria imbarcazione, il piccolo Mano Ixa (Samy Seghir), che rischierà di rendere invalida la gara e riuscirà a mettere il mondo di Yann completamente in discussione. Grande e costosa impresa produttiva, "In solitario" dimostra come ormai il cinema francese possa permettersi film dai costi elevati paragonabili solo ai film americani. Interamente (o quasi) girato su una barca a vela che viaggia tra mari agitati e tramonti mozzafiato, l'avventura solitaria del protagonista si trasforma in una storia a due con l'arrivo del piccolo Mano, parallelamente alla quale si sviluppa la storia delle due donne del film, la figlia del protagonista e la sua compagna (interpretata da Virginie Efira). Lasciando da parte il product placement dei prodotti Apple che ormai spopola anche nel nostro continente, e soprattutto nei film francesi (si veda, ad esempio, il recente "20 anni di meno"), tralasciando il fatto che l'iPad riesca ad avere campo anche in mezzo all'oceano, e provando anche a dimenticare le scelte della colonna sonora (che più che adatte a un film ricordano certi spot pubblicitari anni '90), "In solitario" è una storia intima, umana, fatta di rapporti, accettazioni e affetti che si sviluppano su due binari per dirigersi poi verso direzioni divergenti, una storia recitata e concentrata tutta su uno dei migliori attori d'oltralpe in circolazione, che non riesce a sfuggire, nonostante questo, alla trappola della ripetitività e della ridondanza.
(La recensione del film "
In solitario" è di
David Di Benedetti)
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