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Il teorema della crisi recensione] - Cercare di spiegare l'economia e la crisi economica in termini semplici, come fossimo bambini delle elementari (cosa che al cospetto dell'economia la maggior parte di noi è) non è mai impresa facile. Ci hanno già provato, Inside Job, The corporation, Capitalism, solo per citare i documentari più famosi. La materia tuttavia è ostica e i meccanismi che la governano ancora di più. Il problema non è tanto che un profano non ci capisca niente bensì la sensazione che anche i cosiddetti maghi della finanza non ci capiscano niente, perchè in fondo non c'è niente da capire. In tal senso un film come Margin Call è illuminante nell'instillare il dubbio che sia tutto casuale, che, ok, i numeri non sbagliano ma i numeri si possono interpretare a piacere. Un po' come la legge, del resto! L'unico che sembra capirci tutto è Martin Armstrong, il forecaster del titolo. E' lui il veggente che ha messo a punto un sistema capace di prevedere le crisi che periodicamente colpiscono i mercati e le ripercussioni politiche che ne conseguono. The forecaster, film documentario proiettato in anteprima al Biografilm festival di Bologna 2015, di Marcus Vetter e Karin Steinberger ne ripercorre la vita e il lavoro, dai primi successi, alla fama, all'accusa di frode, ai 7 anni passati in carcere fino alla liberazione e alla riabilitazione pubblica odierna. Ne seguiamo la vicenda umana e professionale attraverso la viva voce del protagonista che ci svela retroscena poco edificanti su governi e banche d'investimento. Insomma, nulla di nuovo o nulla che non ci potessimo immaginare. In realtà The forescaster non ci prova nemmeno a spiegare, si concentra sulla biografia di Armstrong e lascia sullo sfondo le problematiche macrofinanziarie, non appena si avventura più sul versante tecnico, la materia diventa subito nebulosa e non si spinge oltre. Alla fine sembra che tutte le frodi perpetrate dai più bassi fino ai massimi livelli, si riducano allo schema elementare meglio noto come schema Ponzi e che il celebre sistema ideato da Armstrong, su cui anche la Cia vorrebbe mettere le mani (ed è questa, secondo la teoria del film, il vero motivo dell'incarcerazione del protagonista, non certo la sua colpevolezza), non sia che una banale divisione basata sullo studio della storia che dà come risultato il periodo di tempo tra un collasso economico e l'altro. Come a un veggente dobbiamo credere, non capire. E proprio per questo un brivido corre lungo la schiena quando nel finale Armstrong predice il futuro dell'euro. Non siamo superstiziosi ma una mano è scivolata nella tasca.
(La recensione del film "
Il teorema della crisi" è di
Mirko Nottoli)
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