La recensione del film Il sindaco del Rione Sanità

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IL SINDACO DEL RIONE SANITA' - RECENSIONE

Il sindaco del Rione Sanità recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Il sindaco del Rione Sanità recensione] - (Da non perdere su RaiPlay) - A Napoli, Antonio Barracano, stabilisce equilibrio quando le cose si mettono male soprattutto per la gente ignorante che non ha santi in paradiso. Non è un benefattore, ma un mediatore conosciuto nel rione Sanità, chiamiamolo pure un galantuomo scaltro, armato, con una schiera di scagnozzi che lo rispettano e obbediscono ai suoi ordini. Ad Antonio Barracano non piace la prevaricazione nei confronti dei più deboli. Nel rione Sanità è conosciuto come il "sindaco" che sa tener testa ai delinquenti più incalliti. Due stupidotti camorristi si sono sparati quasi per scherzo; un padre di famiglia vittima di un incallito usuraio; un giovane con la moglie al seguito in evidente gravidanza avanzata lamenta di essere alla fame per un padre che l'ha disconosciuto. Casi umani, che chiedono ad Antonio Barracano di sistemare le cose e Barracano interviene in prima persona in nome di una giustizia che tutela l'ignoranza, pane per i denti di gente astuta e senza scrupoli. Questa giustizia Barracano l'ha elaborata sulla sua pelle, quando da ragazzo fu vittima di un astuto galeotto. Mario Martone mette in scena sul grande schermo "Il Sindaco del rione Sanità", soggetto integralmente tratto dall'opera teatrale omonima di Eduardo De Filippo. Il realismo di Eduardo pervade l'opera di Martone, che affida a Francesco Di Leva la maschera di Barracano, soggetto carico di un'energia senza limiti, a tratti riflessiva e a tratti violenta, contro i furbi, i prevaricatori. Se il Barracano di Eduardo era una persona mite, pacata, un filosofo della vita, l'Antonio Barracano di Martone rappresenta il camorrista di una Napoli contemporanea, dove nulla va lasciato al caso. Francesco Di Leva gioca con grande professionalità attoriale la parte del galeotto partenopeo, saggio nel saper gestire i torti, le angherie e i soprusi verso chi non è in grado di difendersi. La sceneggiatura rielaborata da Martone e Ippolita Di Maio, sostiene, attraverso i dialoghi serrati dei contendenti nei fatti, la cultura sotterranea della malavita partenopea, gestita sempre da mediatori buoni o cattivi. La malavita, si sa, è organizzata da persone senza scrupoli che strumentalizzano i deboli e gli ignoranti. Il sindaco del rione Sanità è una persona leale, non tradisce chi a lui si rivolge per aiuto ed è soprattutto l'omm' che sa quando deve fare un passo indietro per evitare vendette ed inutili spargimenti di sangue. L'opera cinematografica di Martone non abbandona l'impianto teatrale, ma l'elaborazione cinematografica pur mantenendo l'efficacia dei dialoghi serrati in napoletano stretto, modernizza qualche battuta della sceneggiatura originale di Eduardo. Martone comunque è sempre una garanzia e con "Il sindaco del rione Sanità" prospetta la filosofia di vita di una classe sociale ai margini, che articola il quotidiano su regole inderogabili gestite da lealtà e rispetto in un linguaggio tutto camorristico. (La recensione del film "Il sindaco del Rione Sanità" è di Rosalinda Gaudiano)
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