di R. Gaudiano
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Il Ritratto Negato recensione] - Era il 1948 e la Polonia veniva stretta nella morsa del comunismo. A Lódz Wladyslaw Strzeminski (Boguslaw Linda), esercitava la sua professione come artista e teorico dell'arte, nel rispetto e nell'ammirazione non solo degli studenti, ma anche di persone autorevoli, perfino oltre i confini polacchi. Wladyslaw Strzeminski era membro dell'Unione degli Artisti e fondatore del Museo cittadino di Arte Moderna. Era uno dei maggiori artisti dell'epoca, caratterizzato da uno spirito di libertà senza baratto alcuno. Strzeminski aveva una figlia adolescente dal carattere forte e volitivo, che riconosceva il grande talento paterno, pur non commiserandolo mai per la grave menomazione che lo affliggeva, essendo Strzeminski, menomato per la perdita di una gamba e di un braccio. Nonostante ciò, il grande artista non smise mai di produrre tele e di essere il promotore della teoria dell'Unionismo. Purtroppo Strzeminski non ebbe la possibilità di esprimere appieno il suo talento d'artista, perché la radicalizzazione del comunismo, cui si oppose fino alla morte, gli negò tutto, persino i più elementari diritti della persona. "Il ritratto negato", opera ultima del compianto regista polacco Andrzej Waida, è la storia di uno dei più grandi artisti polacchi, storia acuta e problematica, di un dramma individuale e sociale che si dilata nella rappresentazione prospettica di tematiche fortemente significative, cariche di valenze politiche. Lo stile essenziale e misurato si coniuga con una fotografia dai colori decisi e luminosi per raccontare una realtà, quella polacca, che annunciava la crisi di una generazione formatasi negli anni dello stalinismo politico e culturale. Waida, attraverso la figura del Maestro d'arte, traccia una valida testimonianza di un disagio morale ed intellettuale, che non si manifesta mai in una rivolta esteriore, ma coglie alla perfezione l'atteggiamento di sfida nel mutismo appassionato dell'artista, a volte malinconico e pessimista, ma mai arrendevole. La prospettiva formale e di assoluta semplicità di quest'opera ultima di Waida, cinema ai limiti del concettuale, riesce a mescolare i problemi esistenziali ed affettivi di Strzeminski con quelli sociali e politici, rendendo la narrazione scorrevole e nello stesso tempo incisiva . "Afterimage", presentato dallo stesso Wajda al Toronto "Film Festival" è senza dubbio una sorta di testimonianza liberatoria nei confronti dell'ortodossia comunista, che volle piegare l'arte e gli artisti di allora alla dottrina del socialismo sovietico. Ma il messaggio dell'opera di Wajda presenta anche il risvolto della medaglia nell'affermazione costante e perpetua di una libertà che non si esaurisce solo nell'affermazione del pensiero di Strzeminski, ma pervade le coscienze di coloro che riconoscono ripugnante la negazione di se stessi nel morire da vivi.
(La recensione del film "
Il Ritratto Negato" è di
Rosalinda Gaudiano)
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