La recensione di Il potere dei soldi

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IL POTERE DEI SOLDI- RECENSIONE

Il potere dei soldi recensione
Recensione

di Rosalinda Gaudiano
[Il potere dei soldi recensione] - Siamo nel mondo dell'high-tech. Spionaggio industriale senza scrupoli, magnati pieni di soldi e assetati di potere e di ricchezza. Un solo obiettivo: controllare ogni singola mossa del mercato globale. Un giovane rampante, bello, occhi azzurri, sorriso accattivane, fisico mozzafiato, non ha nessuna intenzione di ripercorrere le modeste gesta di suo padre operaio. Vuole fare carriera in questo mondo dell'alta tecnologia, ma non ha ben valutato i mostri con cui dovrà fare i conti. L'aitante rampollo è Adam Cassidy (Liam Hemsworth), astro nascente di una società di telecomunicazioni. Adam, però, non è immune da errori, anche molto stupidi. Così il grande magnate della società di Adam, Nicolas Wyatt (Gary Oldman), approfittando dell'ingenua esuberanza del giovane, lo incastra e lo costringe a diventare una spia industriale per carpire informazioni nel mondo degli affari di un altro grande magnate, Jock Goddard (Harrison Ford). "Il potere dei soldi", diretto da Robert Luketic, sceneggiato da Jason Hall e Barry L. Levy, trae l'idea del plot dal libro Paranoia di Joseph Finder, e si definisce un thriller ad alta tensione, senza averne minimamente i requisiti. La storia poggia sulla dinamica del conflitto industriale, sfruttando intrighi, tradimenti, rapporti amorosi, ma senza riuscire a creare un pathos avvincente e convincente. Il bellissimo e fascinoso Adam è il personaggio che con la sua bellezza da bambolotto edulcora un mondo fatto di case lussuose, locali per divertimenti da 16mila $, donne bellissime come la sua Emma (Amber Heard), macchine da sogno, un mondo in cui conta di riuscire ad entrare facendo la spia industriale. Molte le scelte registiche curiose. Ad esempio viene spontanea la domanda del perché il set del film sia stato ambientato interamente a New York, quando tutte le più grosse società di high-tech sono in California, nella Silicon Valley. Poco spazio viene dato a personaggi come il padre di Adam, Frank Cassidy (Richard Dreyfuss), che compare nel film in soli tre piccoli flash, identica sorte per il magnate Jock Goddard, personaggio chiave in questa guerra dei poteri industriali. Cosa resta di questo "Il potere dei soldi"? Ben poco. Un prodotto mediocre, molto distensivo, eufemisticamente parlando. Un'occasione persa per Robert Luketic (fortunatissima la regia de "La rivincita delle bionde", candidato a due Golden Globe, successo per il film d'azione "21"). In conclusione, se proprio vogliamo andare a vederlo, è un film per chi non ha nulla da fare e non ha altri film interessanti da vedere. (La recensione del film "Il potere dei soldi" è di Rosalinda Gaudiano)
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