La recensione del film Il porto delle nebbie di Marcel Carné

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Trama

IL PORTO DELLE NEBBIE di Marcel Carnè

Il porto delle nebbie Recensione
Francia, anni '30. Jean (Gabin), un disertore dell'esercito coloniale francese rifugiatosi nel porto di Le Havre, conosce in una bettola Nelly (Morgan) e se ne innamora. Essa vive quasi come una schiava, terrorizzata dalle torbide attenzioni del suo viscido tutore Zabel (Simon). Jean apprende di essere sospettato della morte dell'ex fidanzato di Nelly, ucciso invece per gelosia da Zabel. Prima di imbarcarsi su una nave per fuggire ritorna da Nelly per rivederla e uccide il tutore. Jean sarà a sua volta assassinato dal teppista Lucien, ex amante della donna.
Idea Centrale
La parabola dell'uomo inseguito che vive un giorno d'amore e di speranza prima della fine.
Analisi
Si tratta di un racconto crudo ed acre, rappresentativo della scuola verista francese, pieno di poesia disperata, ricco di immagini e di dialoghi dolenti, pervaso da quel romanticismo pessimista che ha caratterizzato il cinema francese degli anni '30. Nonostante la mancanza di gaiezza e di ottimismo vi è una forza latente che riesce a tenere avvinto il pubblico, un'intima forza lirica che fonde materia drammatica e materia visiva in un tutto organico. Michèle Morgan, qui all'inizio della carriera, aggiunge un tocco di suggestione e di avvincente femminilità con la sua misteriosa bellezza felina.
Note e curiosità
L'ambientazione della trama nel quartiere portuale è un'idea del poeta Jacques Prévert, autore della sceneggiatura.(Da "201 Film capolavoro secondo la critica" di Gaetano Sandri)


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