La recensione del film Il Piccolo Grande Uomo di Arthur Penn

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Trama

IL PICCOLO GRANDE UOMO di Arthur Penn

Il Piccolo Grande Uomo Recensione
Jack Crabb (Hoffman), un ultracentenario, racconta la storia della sua lunghissima e, turbolenta vita al microfono del registratore di un giornalista. Figlio di pionieri trucidati dagli indiani, viene allevato dai guerrieri Cheyenne. Catturato in uno scontro, ritorna a vivere in mezzo ai bianchi, ma è disgustato e disilluso. Diventerà, di volta in volta, commerciante, pistolero, ubriacone e truffatore. Sentendosi estraneo, ormai, anche al mondo degli indiani, si aggregherà alla compagnia del generale Custer e parteciperà alla battaglia di Little Big Horn, di cui sarà l'unico superstite.
Idea Centrale
La storia di un uomo diviso fra due mondi, due culture e due abitudini di vita diversissime. Una demistificazione dell'epopea del West, riabilitando gli indiani ed irridendo il mito del generale Custer.
Analisi
Il regista descrive la crisi d'identità dell'uomo americano, che oscilla fra mondo bianco e mondo indiano, alla ricerca di un sé che non troverà probabilmente mai. Alterna, nel racconto, scene di commedia con brani di grande drammaticità, ma con una tensione ed un equilibrio dosati nell'intero arco del film. Impresa spettacolare, ambiziosa e composta, il film fonda gran parte del suo successo sull'interpretazione trasformistica di Dustin Hoffman.
Note e curiosità
Nella realtà il generale Custer non era nemmeno un generale e cadde da dilettante in una imboscata insieme ai suoi uomini a Little Big Horn, dove finì massacrato dai pellerossa di Cavallo Pazzo e di Toro Seduto.(da "201 film capolavoro" di G. Sandri)


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