La recensione del film Il piano di Maggie

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IL PIANO DI MAGGIE - RECENSIONE

Il piano di Maggie recensione
Recensione

di M. Nottoli
[Il piano di Maggie recensione] - Il piano di Maggie è il piano di quasi tutte: trovare un uomo, avere un figlio, essere felici. Se un uomo non si trova si può fare ricorso all'inseminazione artificiale, avere un figlio ed essere felici anche senza un uomo. Certo che se ci fosse, l'uomo, e fosse bello, brillante, insegnasse antropologia e stesse scrivendo un romanzo, sarebbe meglio. O forse no. Presentato fuori concorso al Biografilm Festival 2016 e tratto dal libro "A cosa servono gli uomini" di Karen Rinaldi, Il piano di Maggie è la classica commedia indie newyorkese contemporanea, "alla Noah Baumbach con Greta Gerwig", tanto per intenderci (e infatti la protagonista è proprio Greta Gerwin), sottogenere di commedia ormai inventariata, che ha raccolto l'eredità lasciata da Woody Allen da quando Woody Allen ha lasciato la Grande Mela, per girare i suoi film in ogni capitale europea disposta, in cambio, a offrirgli qualche settimana di vacanza spesata. Per cui riferimenti colti, battute che citano slavoj zizek, intellettuali in crisi che si autoparodiano, si autoincensano, si autoassolvono, muovendosi tra un aula universitaria, una galleria d'arte, un convegno accademico e una presentazione di un libro, a fare da contorno agli irrisolvibili, mutevoli, fallaci, incostanti rapporti amorosi. Si può essere troppo intelligenti per scrivere un libro? ci si chiede ad un certo punto. E forse si vuole intendere: si può essere troppo intelligenti per vivere felici in coppia? Rebecca Miller, la regista, è figlia di Arthur Miller e moglie di Daniel Day Lewis, una che si può permettere di fare un film ogni 5 anni ma anche una che conosce bene la materia che tratta. Infatti c'è mestiere, c'è cognizione di causa, c'è capacità di scrittura, c'è leggerezza, c'è misura. Ma nulla di nuovo. Poi c'è New York con i suoi scorci, i suoi ponti, i suoi loft, le sue luci, la sua neve, la sua vita che scorre nelle strade, le sue mode che verranno poi esportate in tutto il mondo come i prodotti bio a km 0 coltivati negli orti sopra i grattacieli. Non è nuova nemmeno New York ma qualunque cosa avvenga a New York sembra comunque più bella che in qualsiasi altro posto sulla faccia della Terra. Non sappiamo perchè ma è così. Newyorchesi, quantomeno d'adozione, anche tutti gli interpreti che infatti si muovono perfettamente a loro agio all'interno di personaggi e dinamiche che devono conoscere molto bene: oltre a Greta Gerwig, anche Julianne Moore e Ethan Hawke, quest'ultimo particolarmente convincente. Woody Allen resta però un'altra cosa. (La recensione del film "Il piano di Maggie" è di Mirko Nottoli)
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