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Il mistero di Henri Pick recensione] - Un manoscritto trovato per caso in una fantomatica biblioteca dei libri rifiutati. Un libro meraviglioso che diventa un caso letterario internazionale. Un misterioso scrittore che non ha mai pubblicato niente. Un semplice pizzaiolo. L'Henry Pick del titolo, venuto purtroppo a mancare pochi anni or sono. Può un semplice pizzaiolo che nessuno ha mai visto nemmeno con una penna in mano, scrivere il romanzo del secolo? Un illetterato, un popolano, uno qualunque? Non ne è convinto Jean Michel Rouche (Fabrice Luchini, premiato col Celebration of Lives Award al Biografilm Festival 2019 dove il film è stato proiettato in anteprima italiana), severo critico letterario che, accusato di snobismo per tali perplessità che non riesce a sottacere durante la diretta del programma che conduce, e per questo licenziato in tronco dalla rete televisiva, deciderà di dedicare il resto delle sue giornate da disoccupato a cercare la verità e ristabilire quindi la propria reputazione. Monta con sapienza Il mistero Henry Pick, tratto dall'omonimo romanzo di David Foenkinos, racconto grondante amore per la letteratura e ironia, in grado di lanciare uno sguardo, non sempre benevolo, sul dietro le quinte che governano i meccanismi, talvolta discutibili, dell'editoria. Besancon dimostra di essere regista capace, dotato di gusto ed eleganza, come si coglie dall'attenzione per i dettagli e le descrizioni d'ambiente, qui coniugante in parti uguali istanze cinematografiche e istanze letterarie. Peccato che a dispetto di come Il mistero Henry Pick lieviti progressivamente, con sempre nuovi dettagli e nuove scoperte a sostegno sia di una tesi che dell'altra, in modo inversamente proporzionale si sgonfi non appena la soluzione dell'enigma si intravede in lontananza, soluzione imprevedibile in quanto fin troppo prevedibile, macchinosa, improbabile, legata ad una casualità dove entrano in gioco fin troppe variabili non preventivabili per risultare, anche minimamente, credibile ed esplicitata in modo eccessivamente manifesto, con tanto di didascalico e pleonastico spiegone finale, incluso inutile flashback a prova di imbecille. Avevano forse paura che non la capissimo? In casi come questo lasciare aperta una forbice di ambiguità resta sempre la scelta forse più facile ma anche quella più azzeccata.
(La recensione del film "
Il mistero di Henri Pick" è di
Mirko Nottoli)
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