La recensione del film Il libro della giungla

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IL LIBRO DELLA GIUNGLA - RECENSIONE

Il libro della giungla recensione
Recensione

di E. Torsiello
[Il libro della giungla recensione] - Correva l'anno 1967; nelle sale cinematografiche esce il 19esimo classico Disney, nonché ultimo lungometraggio animato ad essere stato prodotto da Walt Disney, che morì durante la sua lavorazione: Il Libro della Giungla. Poco meno di 50 anni dopo l'uscita in sala del film diretto da Wolfgang Reitherman e sull'onda di una continua, quanto ossessiva corsa intrapresa ultimamente dalla casa di Topolino di tradurre in live-action i classici animati che hanno reso grande questa compagnia, esce ora una nuova versione del bimbo selvatico ideato dalla mente di Rudyard Kipling. Quella accolta dal regista Jon Favreau (già padre dell'Iron Man cinematografico) non deve essere stata di certo una sfida facile. Come dimostratoci da grandi registi prima di lui (si pensi a Tim Burton e al suo Alice nel Paese delle Meraviglie) il fardello che ci si ritrova a portare è infinitamente pesante a causa dell'ingente peso degli inevitabili confronti scaturibili dai giochi di paragone col classico animato; molto labile è inoltre il confine che separa un adattamento del genere dal disastro al successo capace di soddisfare le alte attese di un pubblico fatto di grandi e piccini. Eppure Favreau ce l'ha fatta. La trama dell'opera, nata originariamente dalla fantasia dello scrittore inglese Rudyard Kipling, è oramai cosa nota: Mowgli è un giovane cucciolo di uomo cresciuto da una famiglia di lupi e costretto a lasciare la giungla quando la temibile tigre Shere Khan, segnata dalle cicatrici dell'uomo, promette di eliminarlo per evitare che diventi una minaccia per l'intera giungla. In fuga dalla sua unica casa per 'salvare' il branco dalla furia vendicativa di Shere Khan, Mowgli s'imbarca in un viaggio d'iniziazione alla scoperta del proprio e vero io. A guidarlo la saggia pantera Bagheera e lo spensierato orso Baloo. L'interazione tra il piccolo Mowgli, interpretato dall'esordiente Neel Sethi e unico attore in carne e ossa a recitare nel film, e gli animali parlanti che il bimbo incontrerà lungo il corso del proprio cammino, lascia senza fiato. Ad acuire tale senso di magia ci pensano le splendide scenografie, tutte create da zero in computer grafica eppure rese da sembrare quasi reali, immergendoci (per mezzo anche di un convincente ed immersivo 3D) in una giungla colorata, fitta e rigogliosa e dalla quale non vorremmo andarcene mai, un po' come Mowgli. Per quanto riguarda l'aspetto narrativo, anche da sotto questo punto di vista Favreau confeziona un buon prodotto, coadiuvato da un gioco-forza ricco di nostalgia per quella sapiente integrazione a momenti più cupi ed altri più allegri, di canzoni e continui rimandi alla versione animata dell'opera. Sono tre le scene che in particolare faranno scendere una lacrima colma di nostalgia ai più attenti fedelissimi amanti delle opere di Walt Disney e che si possono pertanto ricollegare in maniera filologicamente perfetta al lungometraggio d'animazione del 1967: Mowgli che attraversa il fiume sulla pancia di Baloo, gli occhi ipnotici del pitone Kaa e la maestosa parata degli elefanti. Se a questo ci aggiungiamo anche gli inframezzi cantati come Lo stretto indispensabile e Voglio essere come te (eseguita in italiano da un fantastico Giancarlo Magalli, voce del mastodontico e megalomane King Louie) il successo è assicurato. Rimanendo in tema citazioni e King Louie, gli spettatori più cinefili potranno divertirsi a scovare nella caratterizzazione di questo personaggio un sottile, quanto entusiasmante rimando conradiano al Kurtz di Marlon Brando di Apocalyspe Now, motivo in più per apprezzare l'operato di Favreau e del suo team. Di solito il doppiaggio in italiano è una nota nolente nella resa di un film all'estero, eppure anche in questo caso i commenti non possono essere che positivi. Servillo, Marcorè, Mezzogiiorno e soprattutto Magalli si sono rivelati all'altezza dei loro colleghi americani (stiamo parlando di attori del calibro di Scarlett Johansson, Christopher Walken, Idris Elba), portando a casa un ottimo e convincente lavoro. Insomma, Il Libro della Giungla si presenta così, una commistione ben amalgamata di narrazione, tecnologia e intrattenimento per tutta la famiglia, nella più semplice e apprezzata tradizione Disney. Perché a volte "bastan poche briciole" per (ri)creare un classico senza tempi. (La recensione del film "Il libro della giungla" è di Elisa Torsiello)
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