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Il giovane favoloso recensione] - Prigioniero nella sua casa, soffocato da affetti familiari mutilanti, in una città, Recanati, che considerava provinciale e bigotta, il giovane Giacomo Leopardi (Elio Germano), da bambino prodigio, crescendo, manifesta le sue profondi doti artistiche di poeta e scrittore. Nello stesso tempo Giacomo rivela una personalità sofferta, in lotta con se stesso, non riconoscendosi in quel romanticismo che contraddistingue la sua epoca. Sente forte l'esigenza di abbandonare Recanati, per assaporare l'universo del sapere incondizionato fuori dalle mura di quella città natale. Il padre, conte Monaldo (Massimo Popolizio), relega i suoi figli nella pregiata biblioteca di famiglia, dove Giacomo trascorre le sue solitarie ed interminabili giornate. Il contatto epistolare con l'illustre letterato Pietro Giordani (Valerio Binasco) rappresenta un momento decisivo per le scelte del poeta recanatese. Finalmente, all'età di ventiquattro anni Giacomo riesce a lasciare Recanati, iniziando così un pellegrinaggio nei salotti dell'alta società italiana, luoghi d'incontri di personaggi illustri. Il giovane Giacomo, sofferente nell'anima e nel corpo, mal si adatta ad una vita mondana effimera e menzognera. Firenze prima e Napoli poi, saranno le città dove Giacomo assaporerà una libertà, diversa, però, da quella che aveva idealizzato, piena di esperienze amare che costituiranno la forza pessimista delle sue opere, per lo più ritenute dai letterati dell'epoca cariche di insensato sentimento tragico. Al suo fianco, fino alla morte, ci sarà sempre, Antonio Ranieri (Michele Riondino), rivoluzionario napoletano in fuga, bello, romantico, patriottico, innamorato della grande statura intellettuale dell'amico poeta. Mario Martone osa la trasposizione cinematografica dell'uomo Giacomo Leopardi, spirito sofferente ed insofferente nella ricerca incessante di una libertà di pensiero e d'azione. E' proprio l'uomo Giacomo, più che il poeta pessimista, che Martone costruisce nel suo "Il giovane favoloso", con una fedele ricostruzione del quadro storico così come dei personaggi, costumi e luoghi. Lentezza e silenzi sostengono una narrazione carica di intimo sentimento. La poesia leopardiana Martone la traduce nel racconto della vita dell'uomo poeta e lirico, che ha cercato ed anche osato essere se stesso, opponendosi ad una condizione di negazione della libertà alla vita. Il film, di grande suggestione formale ed intensa drammaticità, gode della straordinaria fotografia di Renato Berta, che fissa in immagini di naturali bellezze quell'infinito leopardiano ispiratore di animi nobili ed altrettanto tristi. Non rinuncia Martone a raccontare uno spaccato di vita napoletana ottocentesca, una Napoli plebea, che ostenta con devozione immagini e colori di stendardi religiosi in processioni partenopee. Una Napoli che si distingue per i sobborghi fatiscenti, dove Giacomo si recava furtivo e con celata curiosità per mettere finalmente a nudo quella parte mai espressa di se stesso. E qui c'è tutta l'onesta e riuscitissima interpretazione di Elio Germano, bravo, nelle sue performance drammatiche leopardiane, a far sì che "Il giovane favoloso" abbia raggiunto un ottimo livello nella composizione del dramma morale del poeta recanatese attraverso lo specchio di un'epoca.
(La recensione del film "
Il giovane favoloso" è di
Rosalinda Gaudiano)
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