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IERI OGGI E...

IL DOTTOR STRANAMORE
di S. Kubrick

di Michele Canalini
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi CAPOLAVORI del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per capire se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno presi in esame solo opere che all'epoca venivano considerati CAPOLAVORI per capire, analizzando il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere, circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali o, ETERNI anche OGGI e DOMANI.
Il Dottor Stranamore, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba. La guerra fredda, ovvero come il mondo fu vicino al tracollo nucleare pur avendo combattuto una guerra senza sparare un solo proiettile. Il capolavoro di Stanley Kubrick, ovvero uno delle migliori pellicole sull'argomento e al tempo stesso una feroce satira del militari smo e dei giochi di potere. Questo è "Il Dottor Stranamore", uno dei film più noti del grandissimo maestro statunitense, una black comedy spietata quanto lucida e incisiva. L'anno di produzione è il 1964 e sono passati solo due anni dalla crisi di Cuba, quando il mondo restò realmente con il fiato sospeso per un conflitto tra Usa e Urss che sembrava vicino quanto non mai. Le navi sovietiche fermate al largo delle acque cubane dalla marina americana in un pericoloso e letale faccia a faccia: Kennedy da un lato, Chruscev dall'altro a decidere i destini del mondo, dopo la crisi internazionale scoppiata a seguito della scoperta dei missili russi installati nel territorio cubano. Attimi di terrore, di pura angoscia
per l'umanità intera che si ritrovò sul bordo del precipizio atomico. Il lungometraggio di Kubrick riporta appunto queste atmosfere, questo stato di continua tensione tra le due parti in lotta. La trama è leggermente diversa ma lo spirito di fondo non cambia: anche qui il mondo è sull'orlo della catastrofe perché un pazzo generale americano, dopo essersi isolato nella base militare al suo comando, ha dato ordine a una quarantina di aerei di bombardare con testate nucleari il territorio dell'Urss. Il suo aiutante si rende conto della follia del generale, ormai in preda ad una irrefrenabile paranoia per inesistenti complotti comunisti, e cerca in ogni modo di fermare gli aerei ma non ci riesce; nel frattempo anche il presidente degli Stati Uniti, informato dei fatti, cerca di fermare la propria aviazione militare in tutti i modi, anche coinvolgendo lo stesso ambasciatore sovietico e arrivando a telefonare direttamente al segretario del Pcus sovietico per informarlo dell'accaduto e per cercare in comune una soluzione. Grande, superbo film, ma ancora di più sublime ritratto di un'epoca storica e di uno scontro tra ideologie inconciliabili, il capolavoro di Kubrick descrive anche in chiave ironica quella che è stata una contrapposizione tra superpotenze e tra due diversi modi di vita, capitalismo e socialismo. Il colloquio telefonico tra i due massimi leader politici si trasforma in un dialogo quasi grottesco tra due macchiette (il segretario sovietico all'inizio della conversazione è addirittura ubriaco!) mentre il generale impazzito della base americana è un mezzo isterico che vede complotti comunisti ovunque, al limite del parossismo e del ridicolo; e poi gli equipaggi degli aerei destinati ai bombardamenti letali sembrano un gruppo di yankee balordi, animati più da spirito goliardico che da vera disciplina marziale, mentre i soldati americani della base militare aprono il fuoco su altri soldati americani scambiandoli per soldati russi travestiti. Ma ad animare questa commedia nera ci pensa soprattutto la versatilità istrionica di Peter Sellers (altro mostro sacro.), magistrale nel vestire contemporaneamente i panni di tre diversi personaggi: l'aiutante del generale impazzito, che cerca in ogni modo di convincere il proprio superiore a richiamare gli aerei, il presidente degli Stati Uniti, che con un po' di assennatezza cerca di fermare la catastrofe, e infine lui, il Dottor Stranamore, uno scienziato tedesco trasferitosi in America ma ancora devoto al Fuhrer nazista, il quale ad un certo momento spiega anche il meccanismo dell'"ordigno fine del mondo", un marchingegno destinato a produrre lo sterminio della razza umana. Al di là delle singole invenzioni e delle trovate cinematografiche, il film rispecchia in modo fedele lo scenario apocalittico a cui giunse ad un certo momento la cosiddetta guerra fredda, con lo spauracchio di un conflitto nucleare dalle certe conseguenze escatologiche; e come, a giungere a questo esito, contribuirono anche le ossessioni di esponenti politici e militari ma anche di rappresentanti del mondo intellettuale e scientifico da una e dall'altra delle parti in causa (in una scena del film, il Dottor Stranamore, dopo aver presentato l'orizzonte del mondo postatomico, propone una possibilità di sopravvivenza solo per una parte esigua dell'umanità, all'interno delle profondità sotterranee delle miniere, con una suddivisione della popolazione di dieci donne per ogni uomo, così da consentire un ripopolamento terrestre più rapido possibile), in una suddivisione manichea del mondo tra assolutismi che sembravano assolutamente inconciliabili tra di loro; e come, in questa lotta tra titani, talvolta giocarono anche un ruolo decisivo alcuni dettagli all'apparenza insignificanti, particolari di poco conto ma che in realtà, sembra volerci dire Kubrick, furono determinanti per la conclusione di questa storia. Il film finisce in un modo, la storia, quella con la esse maiuscola, fortunatamente finì in un altro modo; anche se la guerra fredda a metà degli anni sessanta era ancora destinata a durare a lungo (dovevano venire ancora l'impegno americano in Vietnam, l'invasione sovietica dell'Afghanistan, lo scudo spaziale di Reagan e altro), la vicenda cubana si concluse con un atteggiamento di buon senso da entrambe le parti; le navi sovietiche tornarono in patria mentre la marina americana non sparò un solo colpo. Eppure, Hiroshima e Nagasaki c'erano già state ma il mondo sembrava non averne tenuto conto, così come sembravano non tenerne conto il generale americano impazzito e lo stesso Dottor Stranamore e chissà quanti altri personaggi reali di cui i libri di storia non hanno parlato. Fortunatamente, aggiungiamo. L'umanità ha imparato mai qualcosa dai proprio sbagli? Sembra questa la domanda, dolorosa e sarcastica, che ci lascia l'opera di Kubrick, una pellicola dal significato ancora fortissimamente attuale, benché siano passati quasi cinquant'anni dall'uscita di questo film. Ma di una cosa siamo certi: "Il Dottor Stranamore" è indubbiamente un capolavoro. Lo era Ieri, lo è Oggi, e lo sarà Domani.


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