di O. Petrucci
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Il Cliente recensione] - Finzione e realtà, violenza e bontà, vendetta e perdono, onta e onore, cultura e ignoranza, formalità e spontaneità, indifferenza e solidarietà… sono solo alcune delle dicotomie messe in campo dal film "Il cliente" di Asghar Farhadi. Il regista iraniano di "Una separazione" (premio Oscar per il Miglior Film Straniero) torna a Teheran (dopo "Il passato", girato in Francia ed in francese) ed affronta la complessità delle relazioni umane. Il film ha indiscutibilmente un valore universale, anche se l'ambiente e la cultura locali sono imprescindibili per comprendere a fondo le scelte che compiono i due protagonisti. Siamo di fronte ad una coppia di attori, compagni nella vita e nel lavoro. Il loro affiatamento è straordinario, quello del vero amore: complici in scena interpretando a teatro Willy e Linda in "Morte di un commesso viaggiatore" di Arthur Miller, e complici nella realtà quando uno sguardo d'intesa li porta a scegliere una sistemazione temporanea per vivere. Ma poi avviene l'evento inatteso e sconvolgente che viola la loro intimità fisica e morale. La vittima è a un primo sguardo solo lei. In un primo tempo, infatti, nel film sembra proporsi il tema della condizione femminile e della violenza sulle donne, ma poi l'inquadratura si allarga e diventa altro. Piano piano è la coppia che viene investita da una violenza incredibile, e nel cammino della giustizia fa scelte che incontrano solidarietà e ostilità. E in tutto questo il personaggio più presente e inquietante è quello che non si palesa mai. In questo contesto niente è come sembra. Ogni tinta della realtà non è solo nera o solo bianca ma incontra l'intera gamma dei grigi. In più, vittima e carnefice giocano in maniera inattesa e spiazzante un gioco di inversione di ruoli e parallelismi. Siamo, dunque, di fronte a un nuovo capolavoro di Asghar Farhadi che giustamente al Festival di Cannes si è aggiudicato i premi per la migliore sceneggiatura e il miglior attore protagonista, e che in Italia è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani con questa motivazione: "Il regista iraniano conferma le sue notevoli doti di narratore, capace di costruire percorsi morali di grande efficacia e di controverse soluzioni, dove l'umanità è costretta a fare i conti con il proprio istinto e i condizionamenti culturali. Un cinema che nasce dalla parola e sa trasformarla in architetture esistenziali di problematica attualità".
(La recensione del film "
Il Cliente" è di
Ornella Petrucci)
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