La recensione del film Il Cameraman di Buster Keaton

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Trama

IL CAMERAMAN di Buster Keaton

Il Cameraman Recensione
Luke Shannon (Keaton), un cineamatore innamorato di Sally Richards (Day), impiegata alla Mgm, cerca con ogni espediente di farsi assumere, ma i filmati che presenta sono un'accozzaglia di immagini sconnesse e di incomprensibili sovrimpressioni. Sarà una scimmia ad assisterlo nel suo scopo, aiutandolo a filmare una rissa a Chinatown e soprattutto recuperando la pellicola in cui è impressionato anche l'atto di coraggio con cui ha salvato Sally che stava per annegare: così verra assunto alla Mgm e conquisterà l'amore.
Idea Centrale
L'estraneità dal mondo e l'impossibilità di vivere in sintonia con la realtà, temi ricorrenti nei lavori di Keaton.
Analisi
Primo lungometraggio prodotto da Keaton dopo il suo passaggio alla Mgm, è uno dei capolavori della sua carriera: riprendendo il tema del cinema e dei suoi rapporti con la realtà (già al centro di "La palla numero 13"), il film ne approfondisce alcuni aspetti (Keaton davanti alla cinepresa che gioca da solo tutti i ruoli di una partita di baseball arrivando a riempire uno stadio vuoto) fino ad ad affrontare il nodo centrale della sua riflessione nelle scene in cui è soffocato da una folla che non riesce mai a controllare, nemmeno con la macchina da presa. Esilarante la satira del mondo del cinema, del quale mette a confronto le due tendenze estreme: l'avanguardia più intellettualistica (i primi filmati che mostra, con le loro sovrimpressioni, sembrano uscire da un film di Dziga Vertov) e il racconto più tradizionale (tanto tradizionale da poter essere filmato da una scimmia).
Note e curiosità
Conosciuto anche col titolo "Io ... e la scimmia". (Dal "Mereghetti" di Paolo Mereghetti ed.1998)


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