I Vitelloni di Federico Fellini

.       .

Vai ai contenuti

IERI OGGI E...

I VITELLONI di Federico Fellini

I Vitelloni  Recensione

di Viola Pellegrini
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
Moraldo, Alberto, Leopoldo, Fausto e Riccardo sono protagonisti de i Vitelloni, film ampiamente autobiografico che Fellini realizzò nel 1953, prima dei suoi capolavori riconosciuti. La pellicola inizia con una festa che segna la conclusione della stagione estiva. Qui Fausto viene a sapere che Sandra (sorella di Moraldo), aspetta un figlio da lui. Spaventato dall'improvvisa responsabilità, il giovane tenta di fuggire a Milano, ma quando suo padre capisce da cosa vuol scappare, costringe Fausto a sposare la ragazza. Questo evento farà inizialmente riflettere il gruppo di amici, ma successivamente le cose torneranno come prima. La vita dei giovani procederà tra tradimenti, feste e prese di coscienza, finché Moraldo stanco di quel mondo che non sente più suo partirà, abbandonando gli amici. La gioventù è un momento della vita che da sempre ispira gli artisti. Dalla letteratura alla musica, in molti hanno attinto alla manna poetica fornita dallo stato di incertezza e inadeguatezza che avvolge gli anni giovanili. Si pensi a Belli e Dannati di F. Scott Fitzgerald in cui il protagonista non riesce a dare un senso alla sua esistenza o alla dolente Bob Dylan's Dream, dove il menestrello di Duluth intona, "We thought we could sit forever in fun, but our chances really where a million to one", (Pensavamo di poter sedere divertiti per sempre, ma in realtà le nostre possibilità erano una su un milione); un verso scritto quasi dieci anni dopo il film di Fellini, ma che potrebbe esserne il sottotitolo. I cinque vitelloni infatti, sembrano vivere nell'illusione di poter trascorrere le loro giornate in modo eternamente spensierato; lungi dal prendersi qualsiasi forma responsabilità, la loro unica preoccupazione è divertirsi, tra donne e serate al bar. Fausto in particolare, è il don Giovanni del paese, che non cambia neanche dopo il matrimonio, ma che pagherà le conseguenze delle sue azioni, prendendosi una buona dose di paura, quando Sandra fuggirà con il loro bambino. Lo spavento lo porterà finalmente a mettere la testa a posto. Moraldo è sicuramente il personaggio più attaccato alla realtà, quello che sente di non appartenere più alla limitata vita di provincia e che sul finale la abbandona. Ai suoi antipodi vi è Alberto, il fannullone del gruppo, l'autore del famosissimo sfottò ai lavoratori, colui che, insieme a Riccardo, trasforma la vita in un eterno gioco. Paradossalmente sarà durante la festa di Carnevale che Alberto, sotto l'effetto dell'alcol rivelerà le sue preoccupazioni, la sua celata disperazione, l'intenzione di voler andare via e sistemarsi. La sequenza con le facce di clown che alimentano le paure del giovane, ha un tocco onirico che fa da anticipatore alle future visioni felliniane ( 8 e mezzo, Amarcord). In un certo senso, sembra che i vitelloni siano destinati ad essere tali; anche chi tra loro possiede un minimo di ambizione, come Leopoldo l'amante del teatro, vede svanire la possibilità di affermarsi o di portare un cambiamento nella propria vita. Fausto cambia perché costretto, Leopoldo, che ha occasione di entrare nel mondo teatrale, fugge impaurito dall'ambiguità commendatore e Alberto tornato in sé dopo la festa di Carnevale, capisce che deve trovare un impiego solo perché la sorella Olga, unica fonte di guadagno per la sua famiglia, va via con l'amante. Questo primo amarcord felliniano, è avvolto da un'atmosfera fanciullesca e al tempo stesso amara che ritroveremo molti anni più tardi, in una pellicola che potrebbe quasi esser definita come, la sorella minore de i Vitelloni, American Graffiti di George Lucas. Anche qui ritornano i temi della fuga dalla vita di provincia e dall'essere nessuno. I Vitelloni è senza dubbio il film che ci ha fatto conoscere il genio felliniano e che ha influenzato numerose pellicole. Per questo motivo è un capolavoro. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.


Torna ai contenuti | Torna al menu