La recensione del film I quattrocento colpi di Francois Truffaut

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Trama

I QUATTROCENTO COLPI di F. Truffaut

I quattrocento colpi Recensione
Parigi anni '50. Antoine Doinel (Léaud), un ragazzo quattordicenne, a scuola non va bene ed a casa non si sente accettato perché ha una madre troppo dura e un patrigno indifferente. Una mattina, durante la quale ha marinato la scuola, scopre in un viale la madre tra le braccia dell'amante. Il giorno dopo giustifica l'assenza con la scusa che la madre è morta, ma la menzogna viene subito scoperta. Inizia regolarmente a marinare la scuola ed a combinare assenze, bravate e piccoli furti. Viene mandato in un riformatorio per minorenni, ma un giorno riesce a saltare i reticolati, corre e si ritrova, per la prima volta in vita sua, davanti al mare che non aveva mai visto.
Idea Centrale
II tema della solitudine di un adolescente, figlio indesiderato e studente incompreso.
Analisi
II film è una delle opere più significative della Nouvelle vague (il movimento artistico/cinematrografico del dopoguerra francese) ed ancora oggi colpisce per la sua autenticità e la sua freschezza, frutto di un magico equilibrio tra improvvisazione e rigore, tra realismo e rielaborazione astratta con un taglio quasi documentaristico. In parte autobiografico, è anche l'atto di nascita del personaggio di Antoine Doinel, quasi alter ego del regista, di cui Truffaut accompagnò la crescita e l'evoluzione in altri quattro film (L'amore e ventenni, Baci rubati, Non drammatizziamo...è solo questione di corna, L'amore in fuga).
Note e curiosità
II titolo originale francese significa "fare il diavolo a quattro" e indica il comportamento ribelle ed irrequieto del protagonista.


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