La recensione del film I Mercenari 3

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I MERCENARI 3 - RECENSIONE

I Mercenari 3 recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[I Mercenari 3 recensione] - Se I mercenari ci aveva piacevolmente sorpreso, già i mercenari 2 ci aveva fatto passare l' entusiasmo. Perchè mentre il primo era un film che, al di là delle facile critiche, ben sapeva dosare tempi e modi, in un giusto mix di action spavaldo e buddy movie nostalgico, sintetizzato dal breve monologo di Mickey Rourke, il secondo, sarà perchè Mickey Rourke aveva salutato la compagnia, la buttava decisamente in farsa con uno stuolo di guest star che entravano in scena, salutavano e se ne andavano, con la sola ragion d'essere di citarsi mostrandosi. Al terzo episodio, il giochino con cui Stallone si sta garantendo la pensione prova a raddrizzare il tiro recuperando parte dello spirito bromance originario ma senza riuscire però ad evitare una serie di problemi che, per risolverli, temiamo ci sia bisogno di cervelli più pensanti di quelli qui impiegati. Problemi che, scavando scavando, si possono riassumere in una domanda: cosa vuole essere la saga dei mercenari? Una riflessione semiseria sul tempo, una parodia metacinematografica, la nuova frontiera dell'action contemporaneo o semplicemente l'autocelebrazione del vecchio Sly? Forse vorrebbe essere tutte le cose insieme peccato che tutte le cose non siano conciliabili. Il confronto tra vecchio e nuovo si fa qui palese con la vecchia squadra rottamata a favore di una più giovane e più tecnologica solo perchè c'è un tale che sa usare il computer. Ed ecco il primo problema: l' accumulo indiscriminato dei personaggi senza che vi sia il tempo per giustificarne almeno la presenza; dall'altro lato però la sceneggiatura (scritta da Stallone) spreca mezz'ora per mostrare la solita scena del reclutamento che non aggiunge niente ai fini del racconto. Se i personaggi sono bidimensionali, gli interpreti non aiutano: il reparto "sbarbati" capitanato da Kellan Lutz è inesistente. Tra i veterani Dolph Lundgren è in bambola, Schwarzenegger con delle camice orrende sembra un pensionato che sta andando al parco a leggere il giornale, (la controfigura di) Banderas che fa parkour è penoso, Wesley Snipes parte bene (perchè ti hanno incarcerato? Per evasione fiscale! Riferimenti autoreferenziali a gogo) ma poi se lo dimenticano per strada. Vale comunque quanto detto per il primo capitolo: il peggiore rimane Stallone e qui sta il problema numero due, Stallone appunto, impresentabile, con la faccia di gomma, il fisico nerboruto, gli scarponi col rialzo per essere più alto e la perenne espressione di chi sembra stia spingendo seduto sul cesso. Per vedere un attore bisogna aspettare Mel Gibson che ovviamente si mangia tutti di traverso. Un altro che ha nasato e salutato in anticipo la compagnia è Bruce Willis, sostituito dal nonno di Harrison Ford che ad un certo punto si mette una tuta verde e pilota un elicottero. Problema numero 3: confusione d'intenti. Tra nuove leve e vecchie glorie chi scegliere? Meglio il digitale o l'analogico? Meglio vivere o morire? Stallone non sa decidersi perchè vorrebbe fare un action con i controcazzi, moderno ma old school, ma poi non ha il coraggio di sacrificare nessuno dei suoi sacrificabili così ripara in un politicamente corretto manicheismo buoni contro cattivi che nel finale assume connotati grotteschi. Ora, non lo sapremo mai ma le cose immaginiamo siano andate così: il film era quasi concluso ma a Stallone capita per caso di vedere The raid, ne rimane folgorato, cade in profonda crisi esistenziale e decide di rifarlo. Non potendo rigirarlo daccapo riscrive in fretta e furia il finale trovando modo e maniera di ritrovarsi asseragliato con i suoi amichetti in un edificio diroccato, circondato all'esterno da, udite udite, l'intero esercito armeno al soldo del cattivissimo Gibson! Ebbene sì, avete capito bene, l'intero esercito armeno contro Stallone e una decina di suoi scagnozzi. Indovinate chi vincerà senza slogarsi nemmeno un dito mignolo. (La recensione del film "I Mercenari 3" è di Mirko Nottoli)
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