La recensione del film I fratelli Sisters

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I FRATELLI SISTERS - RECENSIONE

I fratelli Sisters recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[I fratelli Sisters recensione] - 1851, lontano west statunitense, inesplorata meta ambita dei cercatori d'oro. Eli e Charlie Sisters (John C. Reilly e Joaquin Phoenix), provetti pistoleri, su ordine del Commodore in carica, sono sulle tracce di un certo Hermann Kermit Warm (Riz Ahmed), cercatore d'oro, che possiede una sofisticata combinazione chimica in grado di separare l'oro dagli altri metalli. I due fratelli Sisters avanzano imperterriti nella loro caccia all'uomo per giustiziare Warm con una bella pallottola in testa. Ma sulle tracce di Warm c'è anche John Morris (Jake Gyllenhaal), uomo di cultura, che, rintracciato Warm, finisce per essere affascinato dalle mille risorse del bislacco chimico. Quattro uomini, che alla fine, per vicissitudini del tutto fortuite, finiscono per condividere la sorte in una serie di rocambolesche situazioni che, purtroppo, per alcuni di loro si riveleranno molto sfortunate. "I fratelli Sisters", prima opera americana di Jacques Audiard, filtra quell'epoca americana di avventurieri e cowboy, attraverso il rapporto di due fratelli, che nella rozzezza di quotidiane abitudini, si scambiano gentilezze anche amorevoli, maneggiando le colt con destrezza e precisione. Audiard qui esplora un altro universo umano, la cultura rozza e primitiva dell'affascinante West. Eli e Charlie dormono all'aperto sotto gli alberi, con il fuoco acceso, per poi stupirsi della bella e accattivante città di S. Francisco, che offre loro la tavola imbandita, letti confortevoli e un bagno con acqua calda dove Eli maldestramente proverà il suo primo spazzolino da denti. Intriso di humour nero, complementare al genere western, "I fratelli Sisters" pur raccontando con convincente realismo una dimensione umana truculenta attraverso le vicissitudini dei due incolti fratelli, ad essi contrappone due figure garbate e cortesi, quali sono Warm e Morris. Tra pistole che sparano nella notte, incendi di granai che divampano e necessari regolamenti di conti, baluginano inaspettate condivisioni di solidarietà umana, quando i quattro uomini finiscono gioco forza uniti nella agognata ricerca del metallo nobile. Ma nell'America di Audiard, quell'America (e forse anche quella attuale), la rozzezza, suo malgrado, assume tutte le più realistiche forme scavalcando la compostezza e l'onestà con una prepotenza maldestra che caratterizza i due fratelli Sisters. Tratto dall'omonimo romanzo di Patrick deWitt, "The Sisters Brothers" travalica il genere pur raccontando l'universo tipico Western nel conflitto tra la legge e l'arbitrio, l'innocenza e la corruzione, tra le regole e la convivenza civile e delinea, alla fine, una certa sgraziata esigenza di sicuro focolare per quei due fratelli pistoleri, affidabili sicari di una giustizia sommaria. John C. Reilly e Joaquin Phoenix incarnano personaggi intensi, due figure contrastanti, l'Eli che s'interroga sulla ricerca di senso delle sue azioni e osa prospettare un riscatto comune allo stesso fratello, a quel Charlie che non riesce a smettere di sentirsi insoluto. Lo stile autoriale di Audiard non elude le convenzioni e gli schemi. Il cineasta francese dirige l'opera calibrando perfettamente il ritmo, con efficaci primi piani, inquadrature certe e chiare, dialoghi pregnanti di un'umanità assorbita nella giostra di barbarie funzionali ad un sistema che capiva solo la sopravvivenza. (La recensione del film "I fratelli Sisters" è di Rosalinda Gaudiano)
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