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I Care a Lot recensione] - I Care a Lot, "Ci tengo molto", è una commedia tinta di giallo di J. Blakeson, disponibile su Prime Video. Blakeson riesce con una sottile ma evidente ironia a parlare di un business a danno dei più deboli, gli anziani, I Care…e anche di un'America dal mito del profitto a tutti i costi…a Lot.
L'incipit è subito chiaro: in un'aula di tribunale un uomo, un figlio, reclama la propria madre, prelevata a forza da casa, rapita, dice, dalla signora Marla Grayson, (Rosamund Pike), una tutrice legale senza scrupoli né remore. La voce fuori campo anticipa allo spettatore di fare la propria scelta: essere preda o predatore: io sono una leonessa, dice Marla. È il mio lavoro, ribadisce in aula Marla, quello di prendersi cura degli anziani non autosufficienti.
La giovane tutrice ha costruito così un piccolo impero, il suo business, facendo pulizia totale dei beni e dei fondi posseduti dagli anziani che vengono indicati dalla dottoressa e cara amica Amos (Alicia Witt). Le vittime vengono rinchiuse in una casa di riposo dove, l'altro buon amico-complice, Sam Rice (Damian Young) provvede a far diventare sempre meno vigili e coscienti i suoi ospiti. Per questo, nessun famigliare è tenuto ad avvicinarsi al proprio caro, le visite sono sistematicamente negate. Nei primi dieci minuti del film, Blakeson riesce a far salire una profonda inquietudine, mista a incredulità, sui fatti esposti. A rincarare la dose è il perfetto meccanismo che Marla, e la sua fidanzata e complice Fran (Eiza González) di espropriazione di ogni possibile lascito degli anziani sotto cura. L'obiettivo infatti è tenere in vita ogni paziente, quanto basta per ricevere il suo compenso da tutrice e dunque, se necessario prelevare ogni loro risparmio e vendere ogni immobile. Jennifer Peterson, (la magnifica Dianne Wiest), è la ciliegia che la dottoressa Amos offre a Marla, pronta ad essere gustata fino in fondo lasciando il piccolo nocciolo in bocca a consumarsi. Jennifer è una donna di poco più di 60 anni, mai stata sposata, senza figli, e grande risparmiatrice. Ha una bellissima casa e una vita organizzata al meglio tra corsi di acquagym e letture. Jennifer è la perfetta candidata a durare quanto basta per estirpare polpa e osso della gustosa ciliegia. In tribunale è semplice: la dottoressa Amos afferma l'instabilità mentale della donna, sola. Marla, con sguardo falsamente remissivo accetta di prendersene cura. La preleva dalla sua casa mentre ancora comodamente Jennifer si apprestava a fare colazione e, nonostante il suo rifiuto, è costretta a seguire la gelida tutrice alle cui spalle fa leva una pattuglia di polizia. Ecco che il film prende la piega di un giallo, abilmente costruito. La forza di Blakeson è quella non di entrare nel merito di un'inchiesta giudiziaria perché I Care a Lot non vuole essere un film sulla giustizia americana. Inoltre, non ci saranno risvolti polizieschi perché I Care a Lot non è neppure un film sul rapporto della mafia russa (con la quale è implicata Jennifer) e l'FBI. Piuttosto, Blakeson si sofferma con lucida ironia su quanto può misurare la meschinità di una persona umana, il cui cuore è orientato alla ricchezza, costi quel che costi.
Perciò, nella veste di una persona anaffettiva, autoritaria e perfida, Marla non si fermerà neppure quando Jennifer si rivelerà essere una donna dal passato torbido: la sua identità è falsa, la sua cassetta di sicurezza in banca nasconde una manciata di diamanti, non dichiarati.
I Care a Lot sembrerebbe correre sulle orme de L'amore bugiardo di D. Fincher 2014, con addirittura la stessa interprete, Rosamund Pike, attrice solida nella sua impenetrabilità, in grado di diventare un'eroina incapace di empatia, la stessa che, infatti, non colpisce lo spettatore. Ma a sorprendere è anche Dianne Wiest, la non troppo anziana signora Jennifer Peterson. Il suo sguardo di traverso, la sua voce: hai commesso uno sbaglio, è vicinissima a quello del mitico Nicholson in Qualcuno volò sul nido di un cuculo, M. Forman 1975. Infatti, in un baleno, diventa chiara lo scambio di posizione: la leonessa che protegge i suoi cuccioli è Jennifer. Marla diventa, suo malgrado, la preda per i cari affetti che rivogliono la madre, Jennifer, fuori dalla clinica. Marla resta la preda fino alla fine: quando sembra che abbia in mano il successo e quanto basta a dirsi ricca e godere la vita, Marla non ha messo in conto, perché totalmente priva, di cosa è capace un figlio la cui madre muore senza che lui abbia potuto abbracciarla e vederla per l'ultima volta.
(La recensione del film "
I Care a Lot" è di
Rita Ricucci)
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