La recensione del film Hellboy

.       .

Vai ai contenuti

FILM > RECENSIONI

HELLBOY - RECENSIONE

Hellboy recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Hellboy recensione] - Abbiamo amato Hellboy, senza un motivo reale o profondo. Abbiamo amato Hellboy, più per il personaggio che per i film in sè, entrambi diretti da Guillermo del Toro, nel 2004 e nel 2008, film tutt'altro che indimenticabili. Ciononostante non abbiamo mai digerito l'interruzione della saga lasciata in sospeso senza una vera conclusione, per cui la notizia della ripresa del progetto ci ha trovati favorevoli. Abbiamo amato Hellboy e continuiamo ad amarlo ora seppur di fronte ad un progetto tutto nuovo: nuovo il regista, Neil Marshall al posto di Del Toro, nuovo il protagonista, David Harbour (uno di quegli attori il cui nome non vi dirà niente ma che avrete visto un milione di volte) al posto del mai dimenticato Ron Perlman. Ufficialmente è un reboot ma potrebbe essere considerato tranquillamente un nuovo capitolo della serie. Se infatti per ovvie ragioni è costretto a raccontare, molto sinteticamente, la genesi della vicenda, ribadendo quanto già raccontato nelle precedenti pellicole, Marshall e soci nei mantengono intatti spirito ed estetica. A partire dal personaggio e questa è senz'altro la notizia migliore. Hellboy è ancora Hellboy, il nostro Hellboy. D'aspetto forse ancor più luciferino, mantiene inalterate le caratteristiche che ce l'hanno fatto amare: indole cazzona e strafottente da bambino non ancora cresciuto che ostenta un fare smargiasso e un approccio fintamente cinico alla vita solo per mascherare un cuore timido e balbettante quando si tratta di sentimenti, amorosi e filiali, incastonato in una montagna di muscoli rosso fuoco provenienti direttamente dall'Inferno. Neil Marshal non possiede il blasone di Del Toro ma in certe scene, vedi quella dei giganti, gli è perfino superiore. Acuisce gli aspetti horror e più gustosamente splatter senza mai dimenticare quella comicità di grana grossa, quel gusto per la battutaccia da scuola media, d'ispirazione scatologica che, pur con alcune inevitabile cadute di stile di cui faremmo volentieri a meno, è una delle cifre del personaggio. Se insomma non si sta a guardare al capello, se non ci si sofferma ad analizzare con la lente d'ingrandimento la logica di una trama non proprio irreprensibile, Hellboy è un fumettone hollywoodiano, scoppiettante e divertente che ci induce ad abbandonarci al lato ignorante dell'adolescente che alberga in noi. Se alberga, sennò niente. Sennò sicuramente meglio un film di Bergman. A proposito di ignoranza, forse nostalgica e orfana dei film di Resident evil, c'è anche Milla Jovovich, bella come sempre, nei panni di una strega tanto potente che può essere sconfitta solo dalla mitica spada Excalibur. E Abe? Abbiate fede. Hellboy è tornato ed è in ottima forma. (La recensione del film "Hellboy" è di Mirko Nottoli)
- Vai all'archivio delle recensioni
- Lascia un commento, la critica o la tua recensione del film "Hellboy":




Torna ai contenuti | Torna al menu