La recensione del film Goool!

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GOOOL! - RECENSIONE

Goool! recensione
Recensione

di M. Nottoli
[Goool! recensione] - Un cartone animato argentino è già una notizia. Un cartone animato argentino diretto da Juan Josè Campanella, già premio Oscar per Il segreto dei suoi occhi e autore del meno noto ma meraviglioso Il figlio della sposa (se non l'avete visto, recuperatelo, poi ci saprete dire!) è una grande notizia. Sarebbe. Se poi. Invece. Incipit perfetto: la citazione da 2001, la partita di calcio, la sfida a biliardino, il tempo che passa e le statuine sempre più scrostate e scolorite. Abbiamo già le lacrime agli occhi. Poi, purtroppo, d'improvviso, il film da epico, romantico e nostalgico che sembrava essere si fa incomprensibilmente apocalittico, inutilmente ipertecnologico, esageratamente catastrofico, virando in maniera forzosa verso dinamiche ed estetiche molto simili a quelle di Cattivissimo me col quale, non a caso, condivide lo stesso produttore e supervisore del team creativo, Sergio Pablos. E' sicuramente sbagliato giudicare un'opera in base alle aspettative che più o meno erroneamente ci eravamo creati, con conseguente variazione del tasso di delusione a seconda di quanto quelle aspettative fossero più o meno alte, ma da un regista come Campanella riteniamo lecito aspettarsi di più rispetto ad un prodotto sicuramente divertente e vivace ma che, sia dal punto di vista formale che dei contenuti, denuncia un monotono appiattimento sugli esiti mainstream dell'animazione d'oggi giorno. E la sensazione di occasione sprecata aumenta se si pensa che Goool!, come dichiara fin dal titolo, parla di calcio, calcio che come ben sappiamo sa farsi inesauribile metafora dell'esistenza umana, ma calcio non in un posto qualunque bensì in Argentina, un posto dove calcio è come dire religione, l'Argentina piena di immigrati italiani, densa di storia e tragedia che trova nel calcio orgoglioso motivo di riscossa. E non un calcio qualunque bensì il calciobalilla (Metegol è il titolo originale ovvero calciobalilla!), un gioco che è sinonimo di infanzia, ricordo, immaginazione, un gioco così semplice e così immortale e non c'è nuova versione di PES che tenga, non c'è playstation o i-phone ultimo modello, perché il calciobalilla è e sarà sempre il trionfo dell'analogico sul digitale. Presentato in anteprima nazionale al Future Film Festival 2014, ispirato alla novella Memorie di un'ala destra di Roberto Fontanarossa, in Goool! purtroppo di tutto questo non c'è nulla e ce ne rammarichiamo perché se sei un regista argentino che hai sempre parlato dell'argentina e fai un film sul calcio in argentina, pensiamo allora che almeno un po' di tutto questo ci dovrebbe essere, a maggior ragione se invece c'è una sceneggiatura che invece di approfondire il tema principale si perde dietro mille rivoli narrativi, all'inseguimento di una banale comicità slapstick tutta fisica in moto perpetuo, che tende a confondere il surreale con l'inverosimile, la fantasia con l'inspiegato considerati i tanti snodi cigolanti, per dischiudere alla fine la solita morale che esalta la passione, gli outsider, il basta crederci e credere in se stessi. E giusto per aggiungere delusione a delusione non c'è nemmeno Ricardo Darin. (La recensione del film "Goool!" è di Mirko Nottoli)
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