Gli uomini preferiscono le bionde di Howard Hawks

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IERI OGGI E...

GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE

Gli uomini preferiscono le bionde di Howard Hawks Recensione

di Veronica Ranocchi
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
La leggera commedia "Gli uomini preferiscono le bionde" firmata da Howard Hawks, seppur più "debole" di altri grandi titoli appartenenti allo stesso genere, è riuscita comunque ad imporsi al grande pubblico sia nell'immediato, sia a distanza di anni, grazie a personaggi e situazioni divertenti e universali. Con quest'opera Hawks ha volutamente ribaltato una situazione considerata tipica, soprattutto in quegli anni, che contrapponeva i due sessi opposti, permettendo alle due bellezze femminili di prendere in mano la situazione e diventare a tutti gli effetti le protagoniste indistinte della vicenda. La storia vede, infatti, le due giovani e splendide cantanti e ballerine, Loreley Lee e Dorothy Shaw a caccia di marito, che si imbarcano su un transatlantico diretto in Europa, per non gettare l'opportunità di un viaggio che la prima avrebbe dovuto fare con il futuro marito, il giovane Gus Esmond, il cui padre sembra, però, voler impedire. A bordo del transatlantico, però, oltre ad un'intera squadra olimpica, le due ragazze conoscono anche il detective Malone, assunto dal padre di Gus per sorvegliare Loreley e scoprire qualsiasi cosa possa andare contro l'eventuale matrimonio dei due. Malone si fa amico di Dorothy che, inizialmente non sospettando nulla, risponde alle avances del giovane, ma poi, capisce le reali intenzioni, cogliendolo in flagrante e cerca di tirare fuori dai guai l'amica che, invece, ha conosciuto Sir Francis Beekman, proprietario di una miniera di diamanti in Sudafrica. Entrando nelle grazie di quest'ultimo, Loreley si fa scoprire in atteggiamenti che potrebbero essere facilmente fraintesi a causa di alcune fotografie scattate da Malone, appostato ad una finestra, e le due ragazze cercano, quindi, con tutti i mezzi che hanno a disposizione, di cancellare queste tracce. Tentano di ingannare il detective per ottenere le fotografie compromettenti, ma devono superare una serie di ostacoli che si concludono con una sorta di processo a Loreley. Dorothy, però, consapevole che l'amica non riuscirebbe a farla franca davanti al giudice e, complice l'arrivo del futuro marito, decide di ingannare tutti gli intervenuti presentandosi al posto dell'amica e fingendosi lei, semplicemente ricorrendo a una parrucca bionda. Utilizzando lo stesso modo di parlare di Loreley (con errori grammaticali, lessicali e di contesto), improvvisando un balletto per prendere tempo e cercando di entrare nelle grazie del giudice e della corte sfruttando la sua bella presenza, Dorothy riesce a salvare l'amica e non solo. Una commedia che gioca molto sulla dualità e la rivalità, sia tra le due protagoniste, in netta contrapposizione sotto tutti i punti di vista, ma che, nonostante tutto, sono sempre in perfetta sintonia, sia nel rapporto che le due hanno con gli altri personaggi. La dualità più evidente è, poi, quella tra il mondo femminile e quello maschile. La cosiddetta battaglia dei sessi è la vera protagonista di tutta la vicenda dalla quale nascono tutta una serie di equivoci che portano alla vera comicità della storia. Seppur, come detto in precedenza, si tratta di una commedia più "debole" rispetto alle precedenti dello stesso regista, risulta comunque ben riuscita, anche grazie alle interpretazioni, soprattutto quelle delle due protagoniste. Esse appaiono, infatti, molto affiatate e in grado di completarsi l'una con l'altra. Come lo stesso regista ha affermato, quando non sapevano che scena inserire bastava farle camminare insieme avanti e indietro dal momento che uno dei punti di forza era anche la bellezza delle due giovani, molto apprezzate dal pubblico. A livello di struttura della storia si può affermare che con un semplice escamotage e solo mostrando la dualità tra i personaggi come perno della vicenda, il film appare comunque come ben costruito, con un ritmo che, se non incalzante, è comunque continuo perché tenta di rincorrere i desideri del pubblico e, in modo particolare, come farlo divertire. Una cosa su cui riflettere, all'interno della dualità e della battaglia dei sessi, è l'evidente ribaltamento dei ruoli tra uomo e donna. Non è, infatti, più l'uomo che esce in cerca di conquiste, ma la donna che cerca di addentrarsi nel mondo esterno nella speranza di trovare qualcuno. L'uomo, dal canto suo, appare come disposto a tutto pur di essere accettato ed entrare nelle grazie della donna. Ne è una chiara dimostrazione il detective Malone che, proprio per una donna, cambia idea e atteggiamento. Lo spettacolo è, poi, un elemento da prendere in considerazione perché parte integrante della storia e della formazione delle due protagoniste che vengono costantemente messe in risalto proprio da questo aspetto. La bellezza è sicuramente l'elemento che le contraddistingue e le fa emergere in continuazione, ma, allo stesso modo, lo è anche la loro passione e devozione per lo spettacolo che utilizzano in ogni occasione possibile. E', infatti, la loro occupazione, ma è anche un modo per rivelarsi e contemporaneamente per nascondersi. Grazie allo spettacolo, al ballo, alle esibizioni Loreley e Dorothy si fanno conoscere, ma cercano anche di lanciare segnali e sfruttano questo loro fascino per raggirare i presenti (come nell'emblematica scena del processo). Il tutto senza mai darsi noia o pestarsi i piedi. Ognuna di loro ha il proprio compito, il proprio ruolo e non scavalca mai l'altra. Anche e soprattutto per questo funzionano e funzionano i loro escamotage. La bellezza, lo spettacolo e il divertimento, quasi fine a se stesso, sono tutti gli elementi che permettono allo spettatore di rimanere comunque incollato allo schermo, coinvolgendosi, rilassandosi e lasciandosi andare. Meriterebbe, poi, aprire una parentesi sul titolo del film e su quelle "bionde" citate. E' vero che per quasi tutta la totalità del film sembra Loreley ad essere la più apprezzata, la più amata e desiderata (non a caso è impersonata da una delle icone di bellezza per eccellenza, una Marylin Monroe come sempre splendida), ma è Dorothy (una bravissima Jane Russell) che, rendendosi conto di ciò, sfrutta il tutto a suo vantaggio, dimostrandosi sia la vera protagonista della vicenda, ma anche una vera e propria eroina, in grado di poter contare non solo sulla sua bellezza, ma anche sulla sua scaltrezza. Così facendo viene messa più in ombra l'amica che, alla fine dei conti, ne esce come quella meno furba e intelligente, ma, in realtà, è il vero perno della vicenda. Ciò che emerge, infatti, è che le due donne funzionano insieme, una non escluse l'altra, anzi viaggiano in perfetta sintonia, sotto tutti i punti di vista. Una commedia in musica che, seppur non ai livelli di altre, riesce perfettamente nel suo intento: quello di divertire il pubblico. Lo era IERI, lo è OGGI, e lo sarà DOMANI.


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