GLI UCCELLI di Alfred Hitchcock
di Veronica Ranocchi
Scopo di questa rubrica è analizzare i grandi film del '900 e quindi di IERI. Contestualizzarli ad OGGI per comprendere se la prova del TEMPO li ha resi ETERNI o superati. Verranno prese in considerazione solo opere che all'epoca vennero reputate CAPOLAVORI per sviscerare, analizzandone il contenuto e la forma, gli aspetti che li hanno resi tali da essere circoscritti al loro TEMPO per ovvi motivi sociali, o ETERNI, anche OGGI e DOMANI.
Un film che ha fatto la storia. Un film che ancora oggi appare innovativo. Un film che, nonostante
"l'età" lascia ancora a bocca aperta, anche gli spettatori più giovani ed esigenti. Questo perché stiamo
parlando di un vero e proprio maestro alla regia: Alfred Hitchcock.
Non si può definire "Gli Uccelli" come il film più noto del grande genio inglese perché faremmo un
torto a tanti altri titoli che hanno fatto la storia della settima arte sempre dello stesso autore, ma è
comunque una delle opere più importanti della sua filmografia.
La storia è ambientata a San Francisco e tutto inizia con la giovane Melanie che, in un negozio di
animali, incontra l'avvocato Mitch Brenner in cerca di una coppia di pappagallini "love birds" che,
però, non trova. Il giorno dopo la ragazza decide di tornare al negozio perché rimasta affascinata
dall'avvocato. Una volta acquistati i pappagalli per lui, si reca presso l'abitazione di Mitch Brenner,
ma viene a sapere che l'uomo è andato a Bodega Bay, un paesino vicino per festeggiare il compleanno
della sorella più piccola. Melanie decide, quindi, di recarsi anche lei a Bodega Bay per incontrare
l'avvocato, ma da questo momento cominciano a verificarsi strani episodi che coinvolgono gli uccelli.
Mentre la protagonista è in motoscafo, proprio per raggiungere la destinazione che si è prefissata,
viene attaccata da un gabbiano. Sul momento non presta troppa attenzione alla cosa, ma poco dopo è
costretta a farlo perché iniziano a verificarsi strani fenomeni a Bodega Bay. Melanie, che alloggia
presso la maestra del luogo, assiste a un attacco di gabbiani contro i bambini dell'asilo che stanno
giocando in giardino. Il giorno dopo si viene a sapere che un vicino di casa della madre di Mitch è
stato ucciso e mutilato dagli uccelli e, insieme a questo, cominciano a diffondersi altre storie
terrificanti. È a seguito di ciò che Melanie decide di andare a riprendere Cathy, la sorellina di Mitch,
da scuola per portarla "in salvo" a casa, ma le due vengono attaccate da uno stormo di corvi e riescono
a trovare rifugio in un'auto. Da lì in poi il delirio. Prima un attacco a un distributore di benzina e,
successivamente a quello, un incendio provocato proprio dalla disattenzione e dalla paura. A scuola
la maestra è stata uccisa per proteggere i bambini e, quindi, Melanie, Cathy e Mitch decidono di
barricarsi in casa per sfuggire a eventuali altri attacchi da parte di questi uccelli. Gli animali, però,
riescono ad abbattere le difese e penetrare dentro la casa ferendo addirittura la giovane Melanie.
Mitch, allora, ne approfitta per prendere la macchina, farci salire le due giovani e scappare e salvarsi
dagli uccelli che, invece, rimangono immobili come in attesa di qualcosa.
Sono e sarebbero tante le spiegazioni che si potrebbero dare a un film del genere perché tante sono le
chiavi di lettura. Sicuramente il film più sconvolgente del grande maestro inglese, ben al di sopra del
famigerato e temibile "Psyco".
Con "Gli Uccelli" siamo di fronte a qualcosa di superiore. In questo film, infatti, l'uomo non può
nulla contro la natura che si ribella. I protagonisti sono impotenti di fronte agli attacchi di questi
animali che, seppur "anomali" e fuori dal comune, rappresentano la natura incontrastata e
incontrollabile, in grado di ribellarsi all'essere umano quanto e quanto vuole. Né Mitch né Melanie
possono nulla nei confronti di animali feroci ed esagerati, le cui forze portano addirittura alla morte.
Chiaramente si tratta di qualcosa che va oltre l'immaginario comune, ma è proprio questo andare oltre
ed estremizzare una situazione ai limiti dell'assurdo che rende questo film unico nel suo genere e
ancora più che attuale. Soprattutto adesso, dove si pensa di poter arrivare a tutto nel minore e miglior
modo possibile, con un'evoluzione continua e un progresso senza precedenti, l'uomo è portato a
pensare di poter primeggiare su tutto e sovrastare il mondo. Ma è davvero l'uomo il dominatore
assoluto? (E questo ultimo periodo ci ha messo di fronte a questa domanda più volte!)
Oltre alla riflessione legata alla narrazione e alla tematica principale centrata da Hitchcock, c'è anche
tutta una serie di significati più nascosti e meno espliciti che meritano un approfondimento. Tra questi
la solitudine. La madre di Mitch non ha mai voluto che l'uomo si sposasse per paura di rimanere sola.
Così facendo ha fatto rimanere solo anche lo stesso Mitch e, analogamente, la maestra, che voleva
sposarlo. Ma anche Melanie conduce una vita vuota e solitaria. In realtà un po' tutti gli abitanti di
Bodega Bay sono soli e sembrano soffrire di questa solitudine. Ed è una solitudine che si ripercuote
anche nella storia stessa. Praticamente quasi nessun personaggio ha un appoggio o può vantare il
sostegno e il supporto da parte di qualcuno. Anche per questo sono più facilmente colpiti da questi
attacchi fuori dal comune.
C'è poi chi ci ha visto metafore con la sfera sessuale dove all'isolamento e al silenzio degli abitanti
del posto si contrappone l'apertura e la "provocazione" degli uccelli. Non è poi nemmeno un caso
che tutta questa situazione venga scatenata nell'esatto momento in cui è la giovane Melanie ad
arrivare a Bodega Bay. In un certo senso rappresenta il desiderio sessuale che si scatena, anche quasi
inconsciamente, a seguito dell'arrivo di una persona nuova.
Interessante, poi, è la mancata spiegazione sul comportamento anomalo degli animali. Hitchcock
insiste sul non voler dare delucidazioni in merito, né all'inizio né alla fine. Si tratta di un avvenimento
che non ha un fondamento logico: improvvisamente gli animali si comportano così. Ci basti sapere
questo. E, analogamente a ciò, il regista non fornisce nemmeno una spiegazione finale né chiarisce
tutti i dubbi e tutte le domande che si formano nella mente dello spettatore.
C'è chi li ha paragonati ai bombardamenti bellici, c'è chi ha dato una lettura ancora più alta, come
una sorta di giudizio universale pronto a scagliarsi sull'umanità da un momento all'altro. Sicuramente
c'è la grande maestria di un signor regista, forse uno dei più grandi della storia del cinema e che,
nonostante gli effetti speciali a disposizione all'epoca, riesce a spaventare ancora oggi proprio grazie
all'assenza di un perché. Tutto deve essere chiaro e lineare e tutto sempre spiegato, in un modo o in
un altro nel cinema (e non solo) di oggi. Ed è forse questa la paura più grande che Alfred Hitchcock
ha trasmesso, e continua a trasmettere, agli spettatori.
Un lavoro incredibili dal punto di vista della realizzazione e il ricorso ai più grandi nomi dell'epoca
per realizzare quello che, senza dubbio, rientra tra i film più riusciti di sempre.
Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI.