La recensione del film Gli anni più belli

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GLI ANNI PIU' BELLI - RECENSIONE

Gli anni più belli recensione
Recensione

di R. Di Paolo
[Gli anni più belli recensione] - "Un giorno capirai quanto è difficile sbagliare": queste le parole di un Giulio (Pierfrancesco Favino) adulto che si confida con la figlia diciottenne, dopo tutta una vita passata a cercare di capire chi fosse. Giulio e i suoi due migliori amici, Paolo e Riccardo, sono tre adolescenti romani affamati di vita e di avventura, pronti a spaccare il mondo appoggiandosi l'uno sulle spalle dell'altro. Un giorno arriva Gemma nella vita di Paolo e diventa automaticamente parte del gruppo, ed è proprio la sua partenza per Napoli dopo la morte della madre che iniziano a scuotersi le fondamenta della loro forte amicizia. La storia continua poi seguendo i ragazzi che crescono, ognuno a modo proprio ma sempre apparentemente insieme: anche quando le strade si divideranno ci sarà sempre un filo attorno ai loro cuori destinato a legarli per sempre. Paolo (Kim Rossi Stuart) insegue imperterrito il sogno di diventare insegnante di letteratura italiana, Giulio si laurea in giurisprudenza e Riccardo (Claudio Santamaria) iniziando come attore costruisce la sua vita con Anna (Emma Marrone). L'amicizia è il filo conduttore, il valore che diventa impulso per queste esistenze che non fanno altro che ritrovarsi anche quando la vita fa di tutto per allontanarli per anni: naufragando e poi tornando indietro, come solo una potente onda può fare, questo sentimento non fa che riempire le loro vite e riportarli a galla. Per raccontare queste storie Muccino scandisce i tempi con famosi avvenimenti della storia: dalla speranza della caduta del muro di Berlino che fa da sfondo agli amici laureati e pieni di sogni al suo opposto, la caduta delle torri gemelle che porterà brutte notizie anche nelle loro vite. Questo di Muccino è un film che omaggia tutta la storia del cinema che l'ha condotto fino a qui: Zavattini, Risi, Scola (con il celeberrimo "C'eravamo tanto amati"), un pot-pourri di citazioni e richiami che il regista sente di dover riunire insieme. Quello che però ne esce fuori non è una storia potente come quelle a cui ci aveva abituato negli anni (La ricerca della felicità, Sette anime, Padri e figlie, L'ultimo bacio, per citarne alcuni), né uno spaccato che ti lascia senza parole come quello di "A casa tutti bene". La storia è un omaggio alla semplicità, senza troppi travolgimenti o eventi inaspettati; questo ovviamente accompagnato da ottime interpretazioni attoriali, sia quelle dei veterani, sia quelle dei più giovani che non si fanno di certo oscurare dalle loro versioni adulte. Un film piacevole che si lascia guardare con sguardo nostalgico e pieno di speranza, per chi coltiva amicizie da tanti anni e per chi più piccolo ne sogna una esattamente così. (La recensione del film "Gli anni più belli" è di Rachele Di Paolo)
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