La recensione del film Ghostbusters

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GHOSTBUSTERS - RECENSIONE

Ghostbusters recensione
Recensione

di Elisa Torsiello
[Ghostbusters recensione] - Si potrebbe iniziare questa recensione là dove il film Ghostbusters termina, con quella frase "niente male, niente male affatto" qui presa e citata come summa di tutto il film di Paul Feig. Perché il nuovo Ghostbusters tutto al femminile diretto dal regista di Spy non è per niente male, niente male affatto. Piccola raccomandazione: è bene ricordarsi che chiunque sia invogliato ad andare a vedere Ghosbusters deve previamente scrollarsi di dosso i pregiudizi che vorrebbero tale opera addirittura rovinare l'originale. Certo, non si tratterà di un capolavoro, e il trailer con cui è stato pubblicizzato è un esempio di quanto un montaggio pessimo di due minuti possa compromettere un intero film; eppure, nel complesso, il risultato finale non deluderà di certo gli appassionati e i nuovi adepti alla saga degli acchiappafantasmi. Complice anche una tecnologia molto più avanzata rispetto a quella più artigianale degli anni '80 e un'ironia prettamente femminile, questo Ghostbusters firmato 21.esimo secolo fa ridere e cattura l'attenzione dei propri spettatori proprio come la ghost-trap cattura gli ectoplasmi. Il Ghostbusters al femminile del 2016 non pretende di essere un remake, e nemmeno un sequel. Se proprio dobbiamo trovargli una classificazione, lo possiamo porre nella tanto amata categoria del reboot, che ad Hollywood va così tanto di moda ultimamente. È come se si avvolgesse un nastro di una vecchia VHS e vi si registrasse sopra una nuova storia, introducendovi però qualche elemento dell'opera precedente ottenendo così un surplus ricco di malinconia che non farà altro che far apprezzare maggiormente il nuovo prodotto finale. La storia narrata da Frieg corre parallela a quella di Reitman. Abby (Melissa McCarthy) ed Erin (Kristen Wiig) sono due scrittrici quasi sconosciute che pubblicano un libro sui fantasmi nel quale affermano che questi esistono veramente. Tempo dopo Erin ottiene un incarico come professoressa alla prestigiosa Columbia University. Quando il libro sui fantasmi, ormai dimenticato, ricompare, diventerà lo zimbello dell'università e sarà costretta a lasciare l'incarico. Persa la sua credibilità, decide allora di riunirsi ad Abby e di aprire una ditta di acchiappafantasmi, trovando nella stramba Jillian "Holtz" Holtzmann (Kate McKinnon) e nell'esuberante Patty Tolan (Leslie Jones) delle ottime e preziose colleghe d'avventura. Quella a cui è stato sottoposto Paul Feig non era di certo una sfida facile. Proprio come le sue nuove eroine, anche Feig ha dovuto affrontare potenti fantasmi, non più ectoplasmi in giro per le strade di New York, bensì ombre vivide della nostra infanzia ricolme di ricordi e momenti direttamente collegabili alla visione dei primi Ghosbusters. Perché guardare Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis ci riporta sempre, come una piccola Delorean, magicamente nel passato, a momenti spensierati della nostra gioventù. Normale dunque approcciarsi a questa nuova visione della storia con un po' di tensione, pregiudizi e basse aspettative. Eppure Feig è riuscito a portare sullo schermo una storia divertente, che non solo si mostra all'altezza dei film che lo hanno preceduto, ma che omaggia addirittura le opere dirette da Reitman, aggiungendo in maniera conscia e ben studiata, al fine da far scorrere l'intreccio in maniera fluida e convincente, una serie di graditi camei con quegli attori che resero grandi i primi Ghostbusters (da Bill Murray, a Sigourney Weaver). Registicamente parlando, Paul Feig ha trovato un giusto compromesso tra azione e dialoghi brillanti, dosando bene le risate e le lotte. Magari alcune botte e risposta che cadenzano i minuti inziali del film, in quelli cioè che sono momenti indispensabili al fine di presentare le nuove protagoniste, pesano un po' allo spettatore per la loro lunghezza e apparente inconcludenza, non aiutandolo nella decifrazione psicologica del carattere e del ruolo rivestito nell'economia del racconto da quest'ultime. Il resto però si tramuta in una risata continua (soprattutto le sequenze che vedono in scena il tonto segretario interpretato da Chris Hemsworth), contornata da un alone di tensione e adrenalina. Ottimo il cast, ma chi supera tutti in memorabilità è senza dubbio il personaggio di Holtz, così tosto, un po' fra le nuvole e così ben caratterizzato tanto da non invidiare nulla al Dott. Peter Venkman di Bill Murray, se non l'essere arrivato dopo sullo schermo cinematografico, perdendo così in quell'inutile gioco di paragoni e confronti tra il Ghostbusters maschile del 1984 e quello femminile del 2016. (La recensione del film "Ghostbusters" è di Elisa Torsiello)
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