La recensione del film Gabrielle

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GABRIELLE - RECENSIONE

Gabrielle recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[Gabrielle recensione] - La sensibilità che resta prerogativa di ognuno di noi nell'approccio diretto con ogni forma di diversità, in "Gabrielle", sceneggiato e diretto da Louise Archambault, non solo viene raccontata ma anche espressa in modo talmente reale da suscitare nello spettatore una gioiosa condivisione. Gabrielle (interpretata da Gabrielle Marion-Rivard) è una ragazza canadese affetta dalla sindrome di Williams. Frequenta un centro sociale per persone disabili, canta nel coro "Les muses de Montreal". Nel coro c'è anche Martin (Alexandre Landry), disabile, che ha una bellissima voce e ricambia l'attenzione che Gabrielle ha verso di lui. Gabrielle è una persona molto decisa nei sentimenti, ed ha bisogni edificanti come l'amore. E' Martin il centro del suo interesse, è Martin che le fa assaporare la dolcezza delle carezze, degli sguardi complici, dell'ebbrezza del contatto fisico, che entrambi cercano e vogliono. Ma Gabrielle e Martin, senza rendersene conto, devono fare i conti con la loro diversità, con il mondo dei "sani" che condanna la loro intesa e nega a questi giovani l'amore che invece spetta loro di diritto. In un carosello di sorrisi, affetti familiari, musica e canto corale, la regista canadese Louise Archambault, che ricordiamo per il film "Familia" del 2005, racconta un'umanità limpida nella sua esistenza, in chiave sociale, senza però trascurare la sfera sentimentale che Gabrielle e Martin scoprono come condizione importante di crescita. La cineasta senza cadere in alcuna forma di banale sentimentalismo, restituisce a Gabrielle e Martin il diritto di esistere così come sono. Gabrielle, nella sua disabilità, riesce a commuovere da vera protagonista indiscussa mentre cerca disperatamente il suo Martin, un eccezionale Alexandre Landry che gioca in modo sublime la performance della persona "diversa". "Gabrielle" è un caleidoscopio puntato su una micro socialità "diversa", intorno alla quale ruota un mondo di affetti familiari, d'istituzioni sociali che sempre devono fare i conti con la forza della personalità di queste persone. Una forza che, se contrastata, può diventare una bomba ad orologeria, così come succede a Gabrielle. Premiato al Festival di Locarno 2013, Premio del pubblico, con 30.000 SF di ricompensa in denaro, "Gabrielle" è un piccolo delizioso gioiello di arte cinematografica, carico di semplice e naturale freschezza emotiva. (La recensione del film "Gabrielle" è di Rosalinda Gaudiano)
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