di M.A. Carmosino
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Fuori dal coro recensione] - "Fuori dal coro", film diretto da Sergio Misuraca, sarà nelle sale dal 4 Giugno grazie a Microcinema. Questo piccolo gioiellino del cinema indipendente, interamente made in Sicily, è prova che è possibile far nascere qualcosa di valido quando c'è impegno e dedizione, nonostante le difficoltà che nel nostro paese esistono nel far "uscire dal coro", prodotti di qualità realizzati con minimi budget. Con un intreccio dai toni pulp, noir e da pura commedia -quella più verace e sincera, che nasce dalle radici- il film narra la storia di Nicola e Dario, due ragazzi che come tanti, nella loro bella Sicilia, conducono una vita normale tra le difficoltà di trovare un impiego stabile e costruirsi un avvenire nel posto dove sono nati. Perché si sa, chi vorrebbe andarsene da una terra bella come la Sicilia, dove pur non volendo, si ritorna sempre quasi con la stessa certezza che si ha di morire? Questo è quanto ciò che si afferma all'inizio dello stesso film. Difatti, Dario, partirà dalla sua bella Sicilia, ma sempre là ritornerà, in fondo un po' come faranno anche alcuni altri protagonisti, in un modo o nell'altro. Ma non manca il lato della medaglia più dolente: le raccomandazioni, "l'arte dell'arrangiarsi", gli scambi ed i favoritismi. Ed è così che Dario, su richiesta del "Professore" del paese, accetta di andare a Roma per recapitare una busta, in cambio di avere la possibilità di essere segnalato per un lavoro. Perché si sa, non si fa niente per senza niente, ed il Professore si fida di Dario. Come Dario si fida di Nicola che avrebbe dovuto nascondere la busta sotto il sedile dell'auto. Ed ecco che Dario, in bilico tra l'incoscienza e la speranza di ricavarci qualcosa, parte a bordo della sua macchina per raggiungere la capitale e fare questo passaggio di mano. Ma i piani non vanno come prestabilito, e garantito, dallo stesso "Professore". Arrivato a destinazione, Dario incontra la persona che deve fare da tramite per la consegna, colui che accompagna "gli uccellini" agli incontri che si tengono normalmente due volte l'anno. E' suo zio Tony che non vede da anni. Con lui cercano di portare a termine la consegna della busta all'interno di una villa dove vive uno slavo poco raccomandabile, Pancev, che tra banchetti e cerimonie, si diverte anche a maciullare con motoseghe ospiti sgraditi. Dario e suo zio, intimoriti, al momento di prendere la busta in macchina, si accorgono che la busta è sparita e se la danno a gambe levate, nascosti dal rumore della motosega. Spaventato, Dario, è costretto a fuggire nuovamente verso la Sicilia prima che Pancev faccia fuori pure lui e suo Zio. Ma cosa è mai successo a questa busta? Dove sarà mai finita? Questo è quanto si chiede Dario in quei pochi momenti di lucidità in corsa per salvare la sua pelle. Lo scoprirà solo una volta tornato nella sua terra e rincontrato Nicola.
C'è tutto quanto deve esserci nel quadro che fa da sfondo a questa storia: un bellissimo mare cristallino, i colori caldi della terra, il cibo, le radici di un popolo che ha sempre puntato al tanto agognato "sogno americano"… Lo stesso sogno che il regista ha tentato di realizzare in Usa dove si era trasferito per lavorare. Misuraca voleva girare un film con Robert De Niro, a suon di pistole fumanti ed inseguimenti in pieno stile gangster. E' riuscito ad onorare il suo divo americano attraverso altre doti: cucinando per lui degli spaghetti aglio e olio. Nel frattempo, di ritorno in Italia, ha "partorito" con non poche difficoltà "Fuori dal coro". Degne di attenzione, anche le ritmate musiche ad opera di Lello Analfino (leader dei Tinturia), che ci ha regalato sonorità che vanno dal folk alla techno, contribuendo a quel miscuglio di generi, visibile sia sul piano visivo del contenuto, sia sul piano sonoro dell'accompagnamento. Così tra inseguimenti, incontri e scontri, il film prende piede e si snoda in bilico tra la commedia pulp, situazioni comiche e assurde, e come un cerchio si chiude a rallenty là dove tutto è cominciato, perchè in fondo come dice Dario in risposta al lo zio Tony "Roma è bella" ma "la Sicilia di più". Anche in bianco e nero. E chissà che a De Niro non venga la voglia di farci un giro prima o poi…
(La recensione del film "
Fuori dal coro" è di
Maria Azzurra Carmosino)
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