di R. Gaudiano
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Fuocoammare recensione] - L'Italia, che fu paese d'emigrazione, oggi è uno dei luoghi più battuti dal processo migratorio. Sono le coste del sud del paese ad essere prese d'assalto tutti i giorni da barconi carichi di persone che cercano di raggiungere la terra ferma e con essa una vita più umana. Gianfranco Rosi regista (Leone d'Oro per Sacro GRA) dallo sguardo attento verso varie tragedie sociali è l'autore di "Fuocoammare", film-documentario interamente girato a Lampedusa, terra dove si consuma una delle più grandi tragedie umane di questi ultimi tempi, quella dei migranti. L'isola di Lampedusa dove gli autoctoni vivono e sono raggiunti da immigrati vivi e morti è il simbolo di un confine ibrido tra l'Africa e l'Italia, la realtà di un'epoca che non riesce a rispondere come dovrebbe al fenomeno migratorio che, come una forza propulsiva, invade le cosiddette terre della salvezza. A Lampedusa Rosi si stabilisce per un anno intero, guarda, osserva, fotografa, gira scene, tutto materiale per la realizzazione di "Fuocoammare, un documento realista e commovente di una realtà geografica coinvolta nel processo più scioccante del secolo. Rosi racconta con slancio poetico e arte figurativa l'aggressività di una terra circondata da un mare ambasciatore di sciagure, che vomita continuamente umanità disperata. E racconta anche la sensibilità della gente di Lampedusa attraverso la fanciullezza di Samuele (Samuele Pucillo), dodici anni, che ama giocare con la fionda e cacciare, che si nasconde dietro una timorosa spavalderia con lo sguardo pigro rivolto all'immensità del futuro che gli spetta. Non è vero che ci si abitua alla tragedia che ogni giorno segna questa terra di confine. Il medico dell'isola, Pietro Bartolo, mostrando immagini dal suo computer, fa partecipe del malessere che prova ogni volta che si trova faccia a faccia con la morte, la sofferenza ed anche la disperazione umana di queste persone che pare non temano più neanche di perdere la propria vita. Quasi ogni giorno, attraverso il telegiornale, ci vengono mostrate immagini strazianti di barconi affondati e cadaveri galleggianti. "Fuocoammare" mette in scena, con onestà, sia la tragedia umana del migrante, sia la vita di Lampedusa, dove si vive una tragedia dell'oggi, in un processo che investe gente, cose, case, aria, cielo e mare. Rosi così presenta la vita di quel fazzoletto isolano, con rispetto e pudore, da maestro, senza falsi sentimentalismi e scene ruffiane, porgendoci quella realtà, nella sua spudorata agonia, perché da nessun paese europeo arriva una credibile scialuppa di salvataggio.
(La recensione del film "
Fuocoammare" è di
Rosalinda Gaudiano)
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