La recensione del film Fuga da Reuma Park

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FUGA DA REUMA PARK - RECENSIONE

Fuga da Reuma Park recensione
Recensione

di Elisa Torsiello
[Fuga da Reuma Park recensione] - Si può ringraziare il proprio pubblico, e allo stesso tempo omaggiare una carriera lunga quasi trent'anni attraverso la realizzazione di un semplice film, senza per questo cadere nella facile autocelebrazione? Chissà, magari è stata questa la forza motrice latente che ha spinto il trio Aldo, Giovanni e Giacomo a realizzare il loro ultimo film, Fuga da Reuma Park, summa filmografica non solo di una carriera di quasi tre decenni, ma anche di un'amicizia forte, solida, che ha regalato personaggi mitici e scene altrettanto indelebili nella memoria culturale dello spettatore italiano. Eppure, pur non cadendo mai nel solipsismo, Aldo, Giovanni e Giacomo costruiscono un'opera che arranca alla stessa velocità della carrozzina su cui Giacomo viaggia per tutti i novanta minuti di film. Sembrano ormai lontane le battute a raffica e pregnanti di fresca genialità con cui ci hanno abituato i tre in passato. Il trio comico fonda Fuga da Reuma Park su un'idea di partenza carina e innovativa, ossia la fuga di tre anziani – che altri non sono che gli stessi tre comici nella loro proiezione futura di apparenti poco arzilli vecchietti - da un luna park adibito a ospizio la notte di Natale, eppure sbagliano proprio lì, dove lo spettatore dovrebbe gioire maggiormente: costellare l'intreccio con la riproposizione di una carrellata di personaggi e gag consegnate alla storia della comicità. Fosse stata sviluppata in maniera indipendente e priva di questo forzato autocitazionismo, spiattellato chissà per quale motivazione dal sapore nostalgico, Fuga da Reuma Park si sarebbe sicuramente distinto dalla massa di cinepanettoni riproposti tradizionalmente ogni anno nel periodo natalizio. Ma così non è stato. Il canovaccio del road-movie che contraddistingueva pietre miliari come Tre Uomini e una Gamba e Così è la Vita, qui ripetutamente inframezzato da sketch meta-filmici ripresi da spettacoli teatrali triti e ritriti, ed entrate in scena di personaggi che, limitati alla loro riproposizione televisiva funzionano, ma sul grande schermo si imbattono in una reiterazione comica priva di sorpresa e ricca di prevedibilità, conduce la fuga dei tre in un baratro artistico privo di uscita. Vecchi non sono solo i personaggi interpretati dai tre protagonisti; vecchie sono anche le battute e una sceneggiatura che viaggia in bilico tra demenza senile e arteriosclerosi. La struttura narrativa si frantuma ad ogni plot-twist, e a nulla servono i sardi, Rolando, gli "animali", gli svizzeri, i Los Loanos, Johnny Glamour, Tafazzi. La loro comparsa è tutto meno che un bendaggio attuo a tamponare un'emorragia artistica che a lungo andare non farà altro che provocare inesorabilmente la morte comica del trio. In Fuga da Reuma Park non si ride, il che pare un paradosso se pensiamo ai sorrisi elargiti ai propri spettatori dai tre comici nel corso di questa quasi trentennale carriera. E forse è proprio qui che sta il problema: il rimanere ancorati ad una comicità di trenta, o anche vent'anni fa, e che poco si confà ai gusti di questo nuovo popolo di consumatori cibernetici. Rimane la comicità pulita e priva di volgarità tipica dello storico trio; quello sì. Ma mancano loro, i veri Aldo, Giovanni e Giacomo, quei comici spigliati ed eternamente giovani capaci di strappare un sorriso con battute che potremmo fare noi tutti, nella vita di tutti i giorni. Privati di quest'anima artistica, i loro storici personaggi non sono altro che ombre di una carriera passata, ormai satura e che, nell'assenza di una qualche forma di rianimazione, non sembra aver per il momento alcun futuro. (La recensione del film "Fuga da Reuma Park" è di Elisa Torsiello)
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