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Free Birds recensione] - A dimostrazione di quanto la fantasia degli italiani sia sorprendente, dopo tredici anni dal pluripremiato Galline in fuga (Chicken Run), esce nelle sale Tacchini in fuga (Free Birds). È presto detto, questa volta la missione dei volatili è tornare indietro nel tempo al lontano 1621, quando i Padri Pellegrini istituirono il Thanksgiving Day, decidendo che il tacchino sarebbe stato la portata principale, e cambiare il corso degli eventi. Ma la carenza di estro, purtroppo, non è da attribuire solo ai poveri traduttori italiani. A ben vedere, le somiglianze tra Free Birds e Chicken Run vanno molto al di là del titolo. Due missioni, due storie d'amore e, inevitabilmente, due lieti fine: lì galline, qui tacchini; lì i pasticci di pollo, un po' burtoniani, della signora Tweedy, qui il tacchino arrosto del Giorno del Ringraziamento. Il vero e solo scarto tra le due pellicole è la trovata, in Free Birds, della macchina del tempo che riporta i protagonisti agli albori della loro primigenia sciagura. I protagonisti maschili sono due: Reggie e Jake, infinitamente diversi tra loro. Reggie è un tacchino da allevamento e veste i panni del brutto anatroccolo incompreso: è sempre stato diverso, sia per il colore delle penne che per l'intelligenza mediamente superiore ai suoi simili. Jake, invece, è un tacchino cresciuto in libertà, che non si può dire certo brilli per astuzia. È il fondatore (e unico membro) del Fronte per la liberazione dei tacchini e vero motore primo della missione. È lui che si mette alla ricerca di Reggie e lo coinvolge in quest'avventura, infiltrandosi in un laboratorio governativo segreto per rubare la macchina del tempo. Approdati nel loro passato remoto, i due eroi incontrano una comunità indigena di tacchini pacifisti, occupati a difendersi dagli attacchi dei coloni. Tra loro, Jenny, una sveglia tacchinella figlia del saggio capo della tribù, che nella seconda parte prenderà il controllo della situazione. Tra Reggie e Jenny (curiosa consonanza) scatta l'amore, con tanto di bacio e happy ending che corona la loro storia. Sarà un caso che anche in Galline in fuga a capo della missione ci sia proprio un personaggio femminile che si innamora di un ruspante galletto? Le coincidenze sono troppe e insopportabili, ma al di là di questo, se anche fosse stata un'opera originale, il film (primo lungometraggio della Reel Fx di Dallas) non avrebbe potuto reggere il confronto con i capolavori a cui la Disney-Pixar ci ha abituati negli ultimi anni (Up, Wall-e, Toy Story, solo per fare alcuni illustri esempi).
(La recensione del film "
Free Birds" è di
Francesca Cantore)
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