La recensione del film Frammenti dal passato

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FRAMMENTI DAL PASSATO - RECENSIONE

Frammenti dal passato recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Frammenti dal passato recensione] - In un futuro distopico (e come sennò?), a causa del riscaldamento globale, gli oceani hanno sommerso la terraferma e Miami adesso sembra Venezia, con i grattacieli che spuntano dall'acqua e le barche per spostarsi da un edifico all'altro al posto delle auto. Qui si muove Nicolas Bannister, investigatore che si intrufola nella testa delle persone per far loro rivivere i ricordi. I ricordi non sono confusi, sepolti o sgranati, come si potrebbe pensare, un ginepraio in cui avanzare a tentoni, ma sono dei veri e propri film in 3D le cui immagini si materializzano davanti su semplice input del nostro. Hai perso le chiavi? Vai da Bannister, ti immerge in una vasca e ti chiede: dove hai perso le chiavi? E il gioco è fatto. Per cui trovare la soluzione degli enigmi più intricati è quantomai semplice: basta interrogare i sospettati e assistere al fluire dei ricordi. Dove eri ieri alle 5 e mezza? Hai ucciso tu tal dei tali? Quando è stata l'ultima volta che hai visto pinco pallino? Ah, guarda, sei tu pinco pallino, chi l'avrebbe mai detto. Bene, caso chiuso! Ah, se il Tenente Colombo avesse avuto questa tecnologia, quanti telefilm ci saremmo persi. Dagli stessi autori di Westworld, ossia Lisa Joy, qui regista, sceneggiatrice e produttrice, e Jonathan Nolan, fratello di Christopher nonché marito della Joy, qui in veste di produttore, Reminiscence rievoca Strange Days, come è stato scritto, ma anche Inception e Minority Report ma siamo lontani anni luce da tutti e tre. C'è molto ovviamente di Westworld a cominciare dalla coprotagonista Thandie (scritto Thandiwe) Newton. Purtroppo, lo sosteniamo da sempre, il cinema e la televisione sono due mezzi diversi che usano linguaggi diversi e trasporre un successo televisivo su grande schermo non è affatto scontato. Guarda caso la stragrande maggioranza degli attori divenuti famosi in qualche serial tv al cinema hanno fatto flop. Lo ammettiamo, non abbiamo mai visto Westworld ma da quanto sappiamo è la scrittura una dei suoi punti di forza. In Reminiscence invece la scrittura è il punto più debole. E non solo per un mistero che si dipana con la banalità testé descritta, quanto per l'incoerenza dei registri espressivi (l'intera scena della sparatoria che, in un contesto di noir classicheggiante, ti catapulta all'improvviso all'interno di Matrix), la scadente caratterizzazione dei personaggi (lei femme fatale tossicodipendente dal singolare aspetto di educanda, un villain spietato che non incute alcun timore), un'ambientazione scenografica e suggestiva che trova pochi e marginali riscontri a livello del contenuto (avrebbe potuto essere ambientato ai giorni nostri e sarebbe stato uguale), sequenze francamente ridicole (la morte di lei, tutta la sequenza conclusiva), una storia con annessa morale che risuona di un incomprensibile passatismo a fronte di pretese autoriali di originalità e innovazione (la droga, un tradimento, la forze dei ricordi). Saremmo probabilmente noi non abbastanza intelligenti ma anche la citazione di Orfeo ed Euridice ci è sembrata solo un riferimento pretestuoso e intellettuale pertinente come i cavoli a merenda. (La recensione del film "Frammenti dal passato" è di Mirko Nottoli)
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