di R. Gaudiano
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Fotograf recensione] - Gli artisti, si sa, hanno una sensibilitą sopra le righe ed hanno bisogno di input particolari per creare opere immortali. Cosģ č per Jan Saudek, fotografo ceco di fama mondiale, dall'occhio attento ad ogni forma d'ispirazione artistica, uomo di grande talento ma caratterizzato da una morale molto discutibile. Irena Pavąskovą dirige e cura la sceneggiatura (affiancata dal vero Jan Saudek) di "Fotograf", tracciando un sapiente quadro biografico di Jan Saudek, artista della fotografia, che ebbe ben sei figli da donne diverse, uomo dal temperamento libero e incontrollabile, elemento forse fondamentale per la sua realizzazione e affermazione artistica. Jan Saudek amava le donne in una forma parossistica. Amava le donne corpulente, molto in carne, grasse e piene di cellulite, con grandi seni e sederi enormi. Donne che sfilavano davanti all'obiettivo della sua macchina fotografica e donne che facevano parte della sua vita privata, come sua moglie e sua figlia, nonché sue ammiratrici intellettuali, donne che volevano da lui un figlio, per impossessarsi dei suoi geni, donne come partner sessuali, insomma donne che hanno desiderato condividere tutto con quest'uomo eccentrico che le ha conquistate con la sua spudorata amoralitą. Con uno stile romanzato classico, la cineasta ceca racconta l'uomo Jan, imprigionato in una creativitą esaltata, tra comicitą e dramma esistenziale, oppresso da ossessioni a volte frustanti che erano il motore del suo universo creativo. "Fotograf" č un film che non si limita a cogliere la personalitą dell'artista, ma mette in luce anche la sua mal celata fragilitą e le paure legate alla sua infanzia sofferta. Il film si tiene grazie alla magistrale interpretazione di Karel Roden nei panni di Jan Saudek, che riesce a caratterizzare un personaggio emotivamente instabile, dotato perņ di un carisma geniale, funzionale alla sua forza creativa. La Pavąskovą cerca di cristallizzare un percorso di vita fatto di slancio e passione ed anche di ideali necessari. Affianca l'artista Jan, una Marie Mįlkovį nei panni di Liba, musa scaltra e calcolatrice, che inchioda con astuzia l'artista nella sua dimensione di uomo distratto da un mondo surreale, lasciandolo praticamente senza un soldo. "Fotograf" riesce tutto sommato ad evitare la trappola del film biopic banale, raccontando con una discreta leggerezza l'uomo Jan, artista fotografo, con i suoi (a volte squallidi) appetiti e le sue geniali passioni.
(La recensione del film "
Fotograf" è di
Rosalinda Gaudiano)
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