di R. Gaudiano
[
First Cow recensione] - L'Oregon e la sua lunga storia di tensioni interne tra indiani d'America, cacciatori di pelliccia britannici e statunitensi, i proprietari terrieri che erano contro ogni forma d'immigrazione. Ma l'Oregon fu la terra che diede a molti anche la possibilità del salto economico. Siamo agli inizi del XIX sec. e Cookie (John Magaro) immigrato dall'Est, cuoco di professione, per caso scorge di notte un uomo, completamente nudo che si nasconde tra i cespugli. Si tratta di King-Lu (Orin Lee), immigrato cinese in fuga. Il caso vuole che fra i due uomini, oltre alla gratitudine da parte di King-Lu verso Cookie, s'instauri un sentimento di vera amicizia e solidarietà. Sarà la scoperta di una mucca nella proprietà privata del facoltoso imprenditore Chief Factor (Toby Jones) a far scattare un'idea imprenditoriale ai due amici nel produrre dolci speciali e venderli al mercato. L'idea sarà fruttifera, ma il gioco ad un certo punto diventerà pericoloso. Diretto da Kelly Reichardt, "First Cow" è poesia pura, trasfigurazione profonda del mito della frontiera reso potente dalla caratterizzazione del sentimento d'amicizia tra Cookie e King-Lu in un quadro autentico che rappresenta in modo schietto l'identità dei pionieri americani che migravano in cerca della fortuna economica. La scena iniziale, ambientata ai giorni nostri, nel ritrovamento fortuito di due scheletri sepolti l'uno affianco all'altro visibilmente composti, anticipa l'unione e l'intesa di due persone anche nella morte. La Reichardt ripropone, come fu per "Meek's Cutoff", l'importanza del rapporto umano per ogni progresso economico. Cookie cuoco di grandi abilità e l'astuto King-Lu, un connubio che trova la sua forza proprio nel gestire la domesticità del quotidiano, in una fortuita capanna, luogo tranquillo e soprattutto sicuro. Cookie è una persona a dir poco serena, amante della natura e capace d'instaurare con la mucca un rapporto di grande sotterranea complicità, quasi un colloquio liberatorio con l'animale. Cookie le ruba il latte, che metterà a frutto per un lauto e sicuro guadagno con la complicità del suo inseparabile amico. Sceneggiato dalla stessa Reichardt, il film, nella sua narrazione sommessa, quasi sussurrata, comunica palpabile la forza del sentimento profondo dell'amicizia, un legarsi reciprocamente ed affidarsi senza remore l'un l'altro. Ma nonostante la positività del legame reciproco tra i due amici, è percepibile un sotterraneo turbamento di una condizione incerta che attraversa sapientemente la narrazione, situazione chiaramente imputabile a quel guadagno truffaldino. Tutti i personaggi, caratterizzati alla perfezione, giocano il ruolo della commedia grottesca, in un hic et nunc proiettato in uno sperato proficuo futuro economico. John Magaro e Orion Lee, interpreti magistrali, sono fedeli ad una condizione d'attesa che, la scenografia a tratti immobile sa rendere in tutta la sua forza poetica di un'umanità consapevole della lotta che deve affrontare per progredire.
(La recensione del film "
First Cow" è di
Rosalinda Gaudiano)
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