La recensione del film Fiore

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FIORE - RECENSIONE

Fiore recensione
Recensione

di Rita Ricucci
[Fiore recensione] - Claudio Giovannesi firma Fiore, un film del 2016, disponibile su Prime Video. Presentato in concorso nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2016, Fiore racconta la vicenda di Dafne, una giovanissima ragazza di strada che viene arrestata e chiusa in riformatorio dopo l'ennesima rapina di un cellulare. Senza ombra di dubbio, l'interesse primario di Giovannesi sembra essere quello di raccontare la storia dei più deboli: da ricordare è il suo Alì ha gli occhi azzurri (Premio Speciale della Giura al Festival Internazionale del Film di Roma, 2012) una storia di degrado culturale che serpeggia tra la vita dei più giovani, ai margini della città. La strada che Giovannesi riprende nei suoi film non è mai segno di libertà. In Fiore i corridoi della metropolitana sono vere e proprie trappole perfette per lo scippo (tra i tanti, quello a opera di Dafne, per esempio); le notti sono fatte di bar di periferie, aperti per bere e giocare a biliardo; i supermercati sono corridoi anonimi che offrono cibo da conforto immediato, snack e dolciumi vari. La vita di Dafne (Dafne Scoccia) si muove in questi spazi e, nonostante la sua corsa per sfuggire alla giustizia, viene messa a terra da due poliziotti e rinchiusa in riformatorio. Meno che fuori, "dentro" non c'è nessuna azione che possa chiamarsi libera se non quella di dormire. Anche quest'ultima, però, può essere turbata dall'istinto di suicidio piuttosto che una lite tra ragazze. Il racconto di Giovannesi, se pure non pecchi di originalità, ha nelle riprese un valido alleato perché venga reso allo spettatore un senso claustrofobico della stessa vita. Dafne non è mai libera dalla rete del destino che in qualche modo, continua a tessere da sé: è dietro l'incrocio di sbarre verticali, come quelli delle sbarre alla finestra della sua cella; diagonali come quelle della rete che la separa dall'ala maschile. Solo nei rari sogni trova un'apertura vedendo ogni porta spalancata e ogni corridoio privo di ostacoli. Dafne si innamora di Josh (Josciua Algeri, il rapper bergamasco che vede la morte nel 2017 a causa di un incidente), ospite dell'ala maschile che verrà trasferito appena raggiunta la maggiore età. Per Dafne sembra non esserci via di scampo: la sua anima ribelle non si placa; il suo istinto primeggia ogni volta lasciando spazio al conflitto, alle storture di un carattere privo dell'educazione necessaria per comprendersi e le sue provocazioni sono irritanti. Ma Dafne è solo un cucciolo di donna che cerca il sogno dell'amore. All'amore di suo padre, ha rinunciato da tempo: ex galeotto, in libertà vigilata che più di tutti comprende lo stato della figlia ma che non ha nessun strumento a disposizione per aiutarla, per aiutarsi e, oltretutto, adesso ha una compagna rumena con un figlio di 10 anni, perciò non ha spazio per vivere con sua figlia. Della madre non ne sa nulla, tanto meno se l'ha mai amata. All'amore di Josh, però, non vuole rinunciare, costi quel che costi. A delimitare il confine tra realtà e sogno, è sempre una corsa mozzafiato. Si corre per riuscire a scampare un arresto e si corre per vivere; si corre e manca il fiato allora si ruba anche l'ultimo alito di aria sufficiente a salire su un treno e… fosse anche per una sola fermata, vivere l'illusione di una vita d'amore per la quale si è disposti a rischiare tutto, anche di ritornare "dentro". (La recensione del film "Fiore" è di Rita Ricucci)
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