La recensione del film Fino a qui tutto bene

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FINO A QUI TUTTO BENE - RECENSIONE

Fino a qui tutto bene recensione
Recensione

di Francesca Cantore
[Fino a qui tutto bene recensione] - Nel 2013 l'Università di Pisa commissiona un documentario a Roan Johnson, per sei anni docente del laboratorio di sceneggiatura presso l'Università toscana. Ne nasce un film low budget (realizzato con la collaborazione di parenti, amici e professionisti) che, eludendo con cura lo "step produttori", ricava ampio margine di indipendenza e riesce a ottenere il premio del pubblico nella categoria Cinema Italia (Fiction) alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. La storia è quella di un gruppo di amici che ha a lungo convissuto in un appartamento di Pisa (Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D'Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini). Ma il tempo inclemente, si sa, distrugge ogni cosa, anche i quadretti più idilliaci ed eccoli vivere il loro ultimo weekend studentesco prima di lasciare per sempre quella casa e quella vita. Fino a qui tutto bene immortala il passaggio ingrato dal mondo universitario a quello degli adulti, con le ansie e i timori del caso ma senza esami da superare e depressioni post abbandono amoroso, come la gran parte delle commedie italiane di argomento giovanile girate male e recitate peggio. Qui l'età media e le relative problematiche cambiano, ci sono gravidanze da rivelare ai genitori e offerte di lavoro in Islanda, ma anche bollette da pagare, caparre da riscuotere, cibi scaduti e lavandini otturati insomma quanto di più vicino alla realtà di uno studente universitario medio, una realtà che in questi anni solo i The Pills (nel loro campo) erano riusciti a riprodurre con efficacia. Vero elemento di pregio è il cast: quasi tutti gli interpreti diplomati presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico e quasi tutti semisconosciuti (il più noto è Vassallo per Il giovane Montalbano) guadagnando, per questo, un surplus di valore. Spiccano, fra gli altri, Silvia D'amico che riceve la menzione speciale nella categoria Miglior Interprete Italiano e Paolo Cioni, divertentissimo con quella calata toscana e quello humor che rendono immediato il paragone con Massimo Ceccherini (alla prima si è presentato con un'anguria lasciando il pubblico interdetto, finché il frutto in questione non è comparso nel film in uno sketch tra il comico e il grottesco). È pur vero che di amicizie come la loro se ne vedono poche in giro, specie tra coinquilini, ma Roan Johnson e la sua compagna Ottavia Madeddu riescono a rendere il tutto così naturale e a generare una così forte empatia con i protagonisti da rammaricarsi con loro per la fine di quest'epoca felice ma soprattutto per la fine della proiezione. (La recensione del film "Fino a qui tutto bene" è di Francesca Cantore)
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