di R. Gaudiano
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Figli del sole recensione] - Adolescenti nell'Iran contemporaneo, costretti a lavorare per sostenere le proprie famiglie. E' la storia di Ali e dei suoi tre amici, Mamad, Reda e Abofazl, che fanno qualsiasi lavoro, dai garagisti a furti e furtarelli per racimolare quei pochi soldi da portare in famiglia. Per Ali e i suoi tre fedeli "collaboratori" arriva una proposta da un losco spacciatore senza scrupoli, proposta per loro molto allettante. Ali deve recuperare un tesoro nascosto sottoterra al cimitero, ma per poter scavare il tunnel che porta al cimitero della città i quattro ragazzi sono obbligati a iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficienza che recluta bambini per toglierli dalla strada. Devono partire proprio scavando sotto l'istituto, ma per farlo bisogna che siano accettati come studenti della scuola. Dedicato all'infanzia sfruttata ed anche violentata negli affetti e nei Diritti, "Figli del sole", diretto da Majid Majidi, da sempre attento osservatore dell'infanzia violata, è uno spaccato autentico e commovente di un microcosmo sociale dove la povertà è di casa e con essa ogni stratagemma per sopravvivere è affidato ai bambini, guerrieri autentici, cui è negata la spensieratezza dell'infanzia e restituita un'adolescenza di lotta e di sopravvivenza. Cinema iraniano, dai toni neorealistici, il film di Majid Majidi assume a tratti note documentaristiche spettacolari di grande fascino e sottile inquietudine. La mdp scrive la storia puntando sui volti dei bambini dagli sguardi intelligenti, bambini che non si tirano indietro a fatiche estreme, come scavare e scavare lungo un tunnel per conquistare il premio, quel fantomatico tesoro promesso. "Figli del sole" è il racconto di una lotta di piccole braccia, di occhi sognanti, che vivono una realtà avversa e manipolatrice, piccole vite soggiogate da coscienze adulte criminose. Così il regista iraniano mette in scena ritratti di bambini, ed affida al bravissimo Rouhollah Zamani, nel ruolo di Ali, un vero combattente, la schiettezza di una psicologia di vita sofferta ed inevitabile, ma che Majid Majidi sa rendere con delicata poesia. Una storia di formazione, dagli spazi costretti della strada, alla ricerca di una fortunata sopravvivenza ed infine alla conquistata consapevolezza che esiste un altro luogo come palestra di vita, ed è la scuola, non luogo di costrizione ma luogo di sana appartenenza, d'insegnamento a garanzia di una vera libertà. "Figli del sole" se vogliamo è una storia semplice, ma che comunica la complessità della vita adolescenziale in evoluzione, usata senza remore da adulti che non contemplano affatto l'esistenza del modo dell'infanzia e dell'adolescenza. Un'infanzia affidata alla furbizia dell'escamotage, costretta non solo dalla povertà, ma spesso anche dalla mutilazione di ancoraggi affettivi.
(La recensione del film "
Figli del sole" è di
Rosalinda Gaudiano)
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