di T. Di Pierro
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Fear Street Part Three 1666 recensione] - L'epilogo della Fear Street Trilogy si conclude con un ultimo salto temporale, questa volta nel 1666, anno in cui tutto ha avuto inizio, dalla vicenda di Sarah Fier, alla maledizione abbattutasi su Shadyside, fino alla conclusione delle peripezie di Deena Johnson e del resto dei protagonisti nel 1994. Rievocando Arthur Miller e il suo dramma sul processo alla streghe di Salem, in maniera però meno ossessiva e perturbante, l'ultimo capitolo della trilogia di Fear Street dà alla reminiscenza storica il compito di scuoterci, con una caccia alle streghe che assapora il gusto dell'eresia in pieno stile inquisitorio, dando così inizio al mistero legato a Shadyside. Tra balli proibiti nei boschi, amori illeciti e isteria collettiva, tutto si spiega e la storia di Sarah ha la sua tragica fine, ma anche il suo inizio come leggenda e chiave necessaria alla sua risoluzione. Che ne sarà infatti della sua vendetta bramata da secoli? prima o poi la verità verrà fuori... Ottenendo risultati migliori del film precedente, se non altro nei contenuti, Fear Street Parte Tre: 1666 tesse le fila di un finale appropriato per un trilogia molto scontata nelle esecuzioni, elevandosi maggiormente, pur non eccellendo come il primo film. Ma i dubbi rimangono. In un'ultima disperata staffetta contro il male, l'incubo di sangue e morte cerca dopo tre secoli il suo traguardo e lo trova, ma siamo ancora nel campo del prevedibile. Perché in fondo è questo Fear Street: un'intera trilogia costruita a tavolino per un particolare tipo di spettatore implicito, che viene accontetato, ma non stravolto. Le corse affannose per i centri commerciali o per i boschi bui, le possessioni e i famigerati scontri finali con i cattivi rimarranno per sempre nella memoria collettiva dello spettatore di film horror, ma oggi appaiono di valore solo nel passato, mentre il presente invita ad innovarsi e a ricercare la sperimentazione. Fear Street ci ha intrattenuto, ci ha fatto divertire, ma non ha osato e non ha spinto verso nuove soluzioni. Ha creato quello che ci aspettavamo, quello che il pubblico giovanile si aspettava, ma non ha inventato, né rinnovato, ha solo fatto il suo dovere di film da catalogo Neflix, perché Fear Street è il noto, sia pure ben raccontato.
(La recensione del film "
Fear Street Part Three 1666" è di
Tommaso Di Pierro)
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