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Fast and Furious 8 recensione] - La famigghia! La famigghia è la famigghia ma che fare quando le famigghie sono due? La famigghia è famigghia a prescindere, è famigghia anche se non sapevi di averla, famigghia di nome è famigghia di fatto e per difenderla Toretto è disposto a sacrificare tutto, anche a mettere a repentaglio l'altra famigghia, quella ufficiale. Così Fast and Furious 8, pur attraverso un espediente macchinoso, riesce a gettare i presupposti per una situazione inedita e densa di possibilità, ovvero mettere Toretto da una parte e l'intera sua squadra dall'altra, una contro l'altra armata. Così dopo i parossismi estenuanti e privi di costrutto delle ultime puntate, Fast and Furious 8 ritrova il senso del racconto e, in parte, della misura, merito forse del cambio alla regia affidata stavolta a F. Gary Gray, cineasta action di stampo più classico rispetto a James Wan o Justin Lin che, pur non rinunciando per niente all'azione sfrenata e improbabile (non ci fa mancare una pioggia di macchine che cadono dal cielo, un inseguimento con un sommergibile tra i ghiacci, uno scontro a fuoco con Statham che tiene in braccio un bebè, forse una citazione di Chow Yun Fat in Hard Boiled) e a tutte le caratteristiche che sono diventate il brand della serie (truzzi in canotta, macchine truccate e belle fighe), punta maggiormente su una drammaturgia essenziale e per questo solida da cui scaturiscono sequenze sì ipercinetiche ma sempre leggibili, e una tensione emotiva fatta di ricatti e senso del sacrificio, personalità scisse tra tradimento e lealtà, incredulità e rabbia repressa, desiderio di rivalsa e infine liberatoria vendetta. Se tieni un piede sul collo della tigre poi quel piede non lo puoi più togliere, dice Toretto alla bella ricattatrice di turno che vuole conquistare il mondo, già pregustando il momento in cui la tigre potrà essere di nuovo libera. La famigghia è la famigghia per cui ritroviamo tutti i protagonisti delle scorse puntate con le new entry di Scott Eastwood (che prende idealmente il posto del mai dimenticato Paul Walker) e di Charlize Theron, biondissima e rasta, bella da far paura, per un cast ormai affiatatissimo a dimostrazione che la famigghia è famigghia vera. Motivo per cui quando Toretto, nel finale, si trova a dover dare un nome al proprio primogenito, la risposta è tanto scontata quanto toccante.
(La recensione del film "
Fast and Furious 8" è di
Mirko Nottoli)
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