La recensione del film Escape Room

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ESCAPE ROOM - RECENSIONE

Escape Room recensione
Recensione

di Mirko Nottoli
[Escape Room recensione] - Escape room basta la parola. Immaginate di trovarvi in una escape room, gioco molto in voga di questi tempi ma immaginate che l'escape room in questione non sia un gioco ma sia tutto vero. Ovvero che se non riuscite a decifrare gli indizi disseminati nella stanza non c'è qualcuno che vi dà una mano tramite un monitor indirizzandovi sulla retta via e comunque a tempo scaduto la porta d'uscita si apre, ma rimarrete lì intrappolati per sempre. Idea di base semplice e potenzialmente efficace: prendere quello che sulla carta è un gioco che immagina uno scenario realistico e intrepetarlo in chiave letterale ovvero trasformarlo, de facto, in realtà. Su come sviluppare l'idea poi se ne può discutere. Diretto da Adam Robitel, un presunto esperto di horror (trascorsi da sceneggiatore e già regista del quarto capitolo di Insidious: hai detto niente!), a metà strada tra Cube, Saw (che era già una specie di Cube) e Final destination - che rimane il capostipite di questo genere di teen horror "fatalistico" a cui appartiene anche il recente e raccapricciante Truth or Dare, ma anche il più riuscito It follows per il senso di ineluttabilità da cui, nonostante tutti gli sforzi, non si può scappare – Escape room, per almeno tre quarti della sua durata, funziona: sfiziosa la situazione, intriganti gli enigmi, ingegnosi i trabocchetti, suggestive le ambientazioni che si susseguono, stanza dopo stanza, dove è rinchiuso un gruppo formato da sei persone che non si conoscono, di diversa estrazione sociale, ognuno con un passato segnato da un evento o una colpa da espiare, sei personaggi interpretati da sei attori poco noti, per lo più provenienti da serial tv tra cui riconosciamo a mala pena la co-proatogonista di Daredevil, tale Deborah Ann Woll. Peccato che come spesso accade in pellicole come questa, quando si arriva al dunque, quando i misteri non possono più rimanere tali e bisogna svoltare le carte, le soluzioni non appaiono all'altezza delle premesse, tanto promettenti quest'ultime quanto improbabili, artificiose, gratuite le prime. Il colpo di scena finale, che pare citare dichiaratamente Final destination, lascia aperte possibilità per infiniti sequel. Ce lo auguriamo? (La recensione del film "Escape Room" è di Mirko Nottoli)
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